Bahrain, la prova dei freni. Quell’idea della Williams che batte la Red Bull

venerdì 19 aprile 2013 · Tecnica
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Il banco di prova più impegnativo per i freni resta il circuito di Montréal, però la pista di Sakhir – che domenica ospita la quarta prova del Mondiale 2013 – neanche scherza. Due i motivi: le temperature del deserto che limitano lo smaltimento del calore prodotto in frenata e la violenza delle staccate.

Il fattore critico, secondo quello che segnalano i tenici della Brembo, è la gestione del consumo del materiale d’attrito. Tant’è che nel 2004 al debutto nel campionato Sakhir fu un mezzo shock per le squadre. Michael Schumacher per esempio disse: “Coi freni sono stato al limite per tutta la corsa”.

Oggi sul tema la soluzione della Williams è quella più ingegnosa e pure la più audace perché la FW35 – che ai test s’era fatta notare per il sistema di scarico che poi la Federazione ha messo al bando – presenta uno schema interessante per l’espulsione dell’aria calda dall’impianto frenante e in pratica reinventa la geometria di una zona su cui l’anno scorso la Red Bull era stata pizzicata dai commissari in Canada.

Nel progetto di Adrian Newey i portamozzi anteriori presentavano dei fori che secondo la squadra erano finalizzati esclusivamente al raffreddamento dei dischi e che invece secondo i giudici avevano una funzione prettamente aerodinamica.

La Williams invece aggira la restrizione grazie a un canale che convoglia l’aria calda e che è solidale alla sospensione, per cui non costituisce dispositivo aerodinamico mobile. È un sistema che ricrea lo stesso effetto dei copricerchi che la FIA ha proibito nel 2009. Secondo quello che riportava Craig Scarborough su F1 Racing, sulla Williams funziona così bene che il beneficio si riflette anche sull’aerodinamica del retrotreno.

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