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Quell’arbitraggio all’inglese tra multe e retrocessioni

martedì 16 aprile 2013 · Regolamenti
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Ci sono altre macchie, oltre alla gestione maldestra delle irregolarità con il drs, sui giudizi della direzione corsa in Cina. Webber per esempio arretra di tre posti in griglia per aver chiuso la porta in faccia a Vergne dopo il sorpasso, Perez invece esce impunito dall’incidente con Raikkonen senza che la Fia nemmeno lo convochi a deporre.

Un anno fa Charlie Whiting prima di Silverstone aveva rilasciato una nota che doveva servire da guida alla giuria e ai piloti e che arrivava dopo una prima precisazione in tema di duelli corpo a corpo. Ovvero: “Chi si difende da un sorpasso può sfruttare tutta la pista nel cambio di traiettoria – spiegava il delegato della Fia – solo se di fianco alla sua macchina non c’è alcuna porzione dell’alettone anteriore della macchina che tenta il sorpasso”.

Raikkonen il suo musetto di fianco alla McLaren l’aveva infilato, per cui la manovra di Perez era perfettamente sanzionabile, invece finisce in archivio come incidente di gara.

Nel calcio si chiama arbitraggio all’inglese: fischiare poco e lasciare correre. Però la Federazione applica un metro di giudizio che non è uniforme. Whiting a febbraio sul sito della Fia spiegava: “La gente a volte non capisce le sanzioni. I commissari hanno una lista di penalità, dal 2003 ad oggi, a cui possono fare riferimento, quindi considerano quali provvedimenti erano stati presi e (…) adottano penalità adeguate basandosi su dati storici”.

Un controllo. Gutierrez in Cina ha mancato il punto di frenata, è piombato rovinosamente addosso a Sutil. Esattamente come Schumacher con Vergne a Singapore l’anno scorso. Il tedescone si buscò dieci posizioni di penalità; Gutierrez adesso solamente cinque. Figli e figliastri.

Un altro controllo. La Red Bull si è presa 5000 euro di multa perché dopo il pit-stop ha mandato Webber in pista con una gomma svitata che poi si è messa a rotolare in libertà sull’asfalto. In una situazione analoga, la multa per la Toro Rosso nel 2011, sempre in Cina, era stata doppia. Addirittura di 50 mila euro per la Renault nel 2009 in Ungheria con minaccia di squalifica, dopo che una ruota aveva ucciso Surtees in Formula 2 e Massa aveva rischiato di brutto per via di una molla vagante.

A beneficio della Red Bull, la Fia nel documento numero 57 del weekend di Shanghai prende atto del fatto che “il team non era consapevole del problema di fissaggio” e che “ha fermato immediatamente la macchina appena l’ha identificato”. Perciò la sentenza ricalca quella che la giuria aveva pronunciato in Cina nel 2012 a carico della Mercedes di Schumacher. E in effetti anche la sanzione è la stessa.

Però Schumi si era fermato parecchio prima. Invece Webber ha percorso quasi un giro completo e alla fine ha parcheggiato solo quando è rimasto su tre ruote. Cioè quando materialmente non stava più in pista.

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