Shanghai, mega sanatoria sul DRS. Così la FIA copre le sue magagne
lunedì 15 aprile 2013 · Regolamenti
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È delle 19:39 l’ultima nota di Garry Connelly, Steven Chopping e Mark Blundell supportati da Wang Feng per la federazione cinese, che a Shanghai componevano la giuria della FIA. Praticamente per l’ufficializzazione del risultato ci sono volute altre tre ore dopo la bandiera a scacchi.
L’utilizzo improprio del DRS era il caso più ampio perché coinvolgeva otto piloti: Sebastian Vettel, Mark Webber, Jenson Button, Kimi Raikkonen, Romain Grosjean, Valtteri Bottas, Daniel Ricciardo e Max Chilton. Tutti sotto inchiesta per aver attivato l’ala mobile in regime di bandiere gialle. Un’agevolazione che è espressamente proibita dopo un’assoluzione controversa di Schumacher a Valencia nel 2012.
Il collegio di gara ne ha voluto discutere a motori spenti per farne un esame che teoricamente doveva essere più lucido e che invece rivela diverse falle.
Nel referto per esempio i giudici precisano che i piloti sono stati tratti in inganno dal fatto che sul rettilineo lampeggiasse una luce verde. Perciò da parte loro non c’era malafede. Invece di norma qualunque bandiera prevale sulle segnalazioni luminose. L’aveva ricordato Charlie Whiting l’anno scorso in risposta alla Ferrari che chiedeva ragguagli sul sorpasso di Vettel a danno di Vergne nella rimonta in Brasile. Per cui gli estremi per la sanzione domenica c’erano eccome.
La verità è che la FIA per accertarsi che i piloti non cadano in tentazione disattiva automaticamente l’ala mobile quando sono esposte le segnalazioni di pericolo. In Cina però il sistema era in panne a causa dei bug con cui combatte la Federazione dall’inizio dell’anno, cioè da quando ha affidato la telemetria ad un nuovo fornitore.
Perciò dovendo coprire una pecca tanto grave che si trascina già da tre corse, alla fine la FIA ha scelto la strada del condono. Che di fatto ha preservato l’ordine d’arrivo da uno stravolgimento anche grottesco.