Gran Premio di Cina 2013, gara

domenica 14 aprile 2013 · Roundup
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Come un condottiero che torna dalla battaglia e sventola orgoglioso lo stendardo del suo esercito. Alonso a Shanghai centra una vittoria di testa e di piede. Efficace con le gomme, pungente negli attacchi. Compreso il sorpasso finale che rifila a Vettel malgrado sapesse che Seb fosse ancora in debito di una sosta.

F138. Non è ancora la macchina migliore in qualifica, ma riporta la Scuderia del Cavallino alla dimensione di una squadra che può giocarsi stabilmente la vittoria. Alonso annota: “Era da troppo tempo che non succedeva”. Lui rispetto a Massa fa comunque la differenza perché Felipe – che chiude sesto – candidamente ammette che le gomme non è riuscito a gestirle.

Col naso ammaccato. Si avvia a rilento e si fa sfilare da entrambe le Ferrari. Poi nel duello con Perez ci rimette la punta del musetto e un paio di bandelle dell’alettone anteriore. Raikkonen comunque non accampa scuse: “Fortunatamente quell’incidente non ha condizionato più di tanto la guidabilità”. Invece secondo i calcoli della Lotus ha perso almeno 2 decimi al giro.

In calo. Non trasforma la pole, si classifica di un pelo davanti a Vettel e subisce lo smacco del sorpasso doppio da parte delle Ferrari che se lo divorano insieme sul rettilineo dei box dopo 4 giri. Hamilton in Cina è l’esempio lampante della discrepanza di valori che si possono registrare tra qualifiche e gara per effetto della resa delle gomme.

One man show. Arriva quarto, anima la corsa nell’ultimo stint quando mette le gomme morbide e con un ritmo indiavolato recupera su Raikkonen e Hamilton. Vettel dice: “Un altro giro e finivo secondo”. Ma la Red Bull in Cina ha affrontato tutto il week-end sulla difensiva.

Non pervenuto. La giornata più travagliata la vive Mark Webber: parte dalla pit-lane dopo la retrocessione delle qualifiche, si scontra con Vergne, perde un pneumatico dopo il pit-stop, resta su tre ruote e si ritira. Lo tenevano d’occhio tutte le squadre per verificare quanto fosse valida la sua strategia di percorrere un solo giro con le morbide e poi suddividere la corsa in due stint sulle medie.

L’avvocato. Per la prima diretta di RaiSport dopo la sconfitta nella trattativa con Sky, Gianfranco Mazzoni piazza subito la leccatina pro Ferrari: “Avrà pure il diritto di veto sulle regole, ma è comunque una garanzia anche per le altre squadre”.

Fisio ma non solo. Su richiesta della Force India, la Federazione a Shanghai ha emanato una nota per ribadire che dentro il limite del personale, che è fissato per regolamento a 60 unità, si conteggiano anche i fisioterapisti se le squadre li impiegano per operazioni di competenza impropria, per esempio per l’esposizione del tabellone dei tempi al muretto. Come fanno Ferrari e Red Bull.

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