Concordia, tocca ai piccoli. E la Ferrari si prende il diritto di veto sulle regole
venerdì 29 marzo 2013 · Politica
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Il loro incontro privato, i top team l’hanno tenuto a Maranello a gennaio. Poi il 7 febbraio, mentre si girava a Jerez de la Frontera per i test, Bernie Ecclestone si è visto a Londra con gli emissari di Sauber, Force India, Toro Rosso, Caterham e Marussia per sentire le richieste delle squadre minori.
Il campionato del mondo nel frattempo è partito senza il Patto della Concordia. F1WEB.it ha registrato un’ammissione importante da una fonte autorevole del paddock: “L’uscita di alcuni team dalla FOTA ha sicuramente avuto impatto sulla capacità di negoziare collettivamente un nuovo Patto che migliorasse sostanzialmente i termini commerciali per tutti“.
Perché come s’era intuito all’epoca dell’uscita di Ferrari e Red Bull dalla FOTA, i big hanno fatto leva sulla loro posizione di spicco e si sono scritti i termini commerciali più opportuni. Alla fine ai piccoli sono rimaste le briciole.
Tant’è che la Marussia in Australia non aveva nemmeno un accordo di massima con Ecclestone. Perciò John Booth scherzava: “Per lui è vitale, altrimenti non può inquadrarci”.
Qualcosa comunque prima di Melbourne si è mosso. Ma sempre a favore dei grandi. Anzi dei grandissimi, perché la Ferrari ha ottenuto la conferma del diritto di veto sui cambi di regolamenti.
La notizia l’ha data il Corriere dello Sport e secondo le fonti la decisione è stata già approvata nel Consiglio Mondiale del 9 marzo. È passata nel silenzio soltanto perché non è una novità assoluta. La Scuderia di Maranello infatti recupera con gli interessi e in forma ufficiale il peso politico che aveva perso nel 2009 quando si era vista bocciare il ricorso contro il budget-cap di Max Mosley. Il Cavallino storicamente già prende più soldi di tutti, anche quando perde. Adesso è perfino più ricco perché un veto sulle regole può valere un mondiale.