Tagli di personale, la Fia vuole solo 60 uomini ai box. A Melbourne è caos sui compiti dei fisioterapisti
giovedì 14 marzo 2013 · Regolamenti
tempo di lettura: 2 minuti
Non più di 60 uomini in pista per ogni squadra: è la nuova disposizione del regolamento sportivo in materia di personale dopo le misure per la riduzione dei costi. Ma a Melbourne c’è maretta per una precisazione di Charlie Whiting sulla posizione dei fisioterapisti.
Nel conto dei 60 infatti rientra soltanto il personale che si occupa direttamente delle operazioni sulla macchina, vale a dire che ai sensi dell’articolo 27.6 sono esclusi dal conteggio per esempio lo staff del catering e del marketing o i rappresentanti degli sponsor. Ma c’è una deroga anche per il pilota di riserva, il medico, il presidente o il responsabile del team, nonché per un numero di 10 persone che ogni team può indicare liberamente gara per gara.
In teoria avrebbero via libera anche i fisioterapisti, ma il problema nasce dal fatto che ogni squadra li impiega in modo diverso. E ci sono dei team che per alleggerire il lavoro ai meccanici assegnano ai fisioterapisti anche delle operazioni di competenza impropria.
Perciò nel paddock è montato il malumore quando delle squadre hanno scoperto che con la distribuzione ordinaria delle operazioni non sarebbero rientrate dentro il limite del personale e avrebbero rischiato la sanzione in gara.
Charlie Whiting ha spiegato: “Alcuni fisioterapisti badano solo al pilota, per esempio gli passano i drink oppure gli reggono l’ombrello sulla griglia. Quando è così come si fa a dire che svolgono operazioni legate alla macchina? Il discorso cambia quando se ne vedono alcuni al muretto, oppure che maneggiano le termocoperte“.
A scanso di equivoci adesso la posizione della FIA è chiara, nel conto dello staff ammesso in pit-lane rientrano pure i fisioterapisti se svolgono funzioni al di là dell’assistenza al pilota: “E almeno due squadre – rivela Whiting – hanno dovuto modificare il modo di lavorare”.