Record di new-entry nel 2013. Ecco chi è rimasto fuori dalle nuove formazioni
sabato 9 marzo 2013 · Mercato
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Cinque debuttanti al via, più il ritorno di Adrian Sutil e la crisi dell’Hispania. L’effetto è una lista di esclusi che si allunga. A parte Michael Schumacher che si ritira – e assicura che stavolta è per sempre – ecco le facce che rispetto al 2012 restano fuori dal paddock.
Kamui Kobayashi. Non gli è bastata la colletta dei tifosi e delle aziende che avevano racimolato 8 milioni di euro per comprargli un sedile dopo che la Sauber gli ha preferito Gutierrez. Con rammarico Kamui dice: “La situazione è triste, mi dispiace per chi mi ha sostenuto. Ma continuo a pensare di potercela fare per il 2014. Non ho interesse a gareggiare altrove”.
Bruno Senna. Si ricicla nel Mondiale Endurance con l’Aston Martin. Ma all’inizio di febbraio su Twitter era spuntato per un paio d’ore un cinguettio di Paul di Resta che gli dava il benvenuto in Force India. E poi non se n’è saputo più niente e quel volante se l’è preso Sutil.
Heikki Kovalainen. Mike Gascoyne dice che “non ha avuto rispetto” per il team. La verità è che la Caterham aveva un bisogno disperato di soldi e Heikki non sapeva dove prenderli. Ma quando la posizione di Razia alla Murussia ha iniziato a vacillare, Sky UK raccontava che lui stava già preparando il sedile a Banbury. Poi invece l’ha spuntata Jules Bianchi.
Vitaly Petrov. Nel 2012 con gli sponsor e con il sostegno di Ecclestone aveva stritolato Jarno Trulli. Adesso i soldi li ha finiti e senza sostegno si è arenato pure lui nel confronto con quelli che portano capitali nuovi. La vita certe volte restituisce i torti: chi di sponsor ferisce, di sponsor perisce.
Timo Glock. Una volta raccontò a F1 Racing: “Schumacher mi incontrò in ascensore nel 2004, non sapeva nemmeno chi fossi”. Glock oggi un nome ce l’ha, ma non basta: è vittima pure lui della crisi economica. Per non restare senza stipendio in Formula 1 si rifugia nel DTM.
Narain Karthikeyan. La Tata ha provato a piazzarlo un po’ dovunque. Ma Karthikeyan senza l’Hispania è un uomo perso. Si salva invece Pedro de la Rosa che conquista il simulatore – e un vitalizio sicuro – a Maranello.