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Red Bull, è nata la RB9. Adrian Newey: “Nessuna rivoluzione, non c’era tempo”

domenica 3 febbraio 2013 · Tecnica
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La presentazione è aperta alla stampa, ma dentro il capannone a Milton Keynes c’è un clima da spionaggio industriale. Craig Scarborough, uno degli opinionisti tecnici freelance del paddock, su Twitter svela: “La squadra ci sta impedendo in modo aggressivo di scattare delle foto, minacciano di portarci via le fotocamere”.

La Red Bull difende la RB9 con un attaccamento morboso, alza un cordone di protezione sproporzionato intorno alla nuova creatura di Adrian Newey che ammette: “Abbiamo lottato per il campionato fino all’ultima gara. Il tempo per pensare alla produzione di questa monoposto è stato poco“.

La modifica più evidente per il momento è cromatica, è quella sfumatura viola che corre sulle fiancate e sulle bandelle dell’alettone, in omaggio ad Infiniti che diventa sponsor principale e concede l’utilizzo del suo centro ricerche.

Dal punto di vista prettamente tecnico invece non c’è nessuna variazione di rilievo rispetto al telaio del 2012, per cui di fatto la Red Bull RB9 con push-rod anteriore e scalino sul musetto ragiona in controtendenza totale rispetto a Ferrari e McLaren.

Newey assicura: “Le modifiche ci sono, c’è stato un lavoro continuo sui dettagli. Si tratta più che altro di una macchina evolutiva”. E non esclude nemmeno l’adozione del DRS passivo che la Lotus ha già integrato sulla E21: “Quella è un’area interessante, ma è anche complicato riuscire a realizzare un sistema che sia affidabile”. Insomma l’appuntamento con la vera RB9 è rinviato.

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