PHOTO CREDIT · Scuderia Ferrari
Ferrari F138, mezza rossa e mezza tedesca. E comincia senza Alonso
venerdì 1 febbraio 2013 · Tecnica
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Adesso che si è stirata il naso perché ha scelto di montare il pannello di raccordo tra il cockpit e il musetto, la Ferrari ha soltanto un difetto: il nome. Si chiama F138, dove 13 sta per l’anno e 8 per il numero dei cilindri, nell’ultimo anno dei V8 aspirati prima del trauma del passaggio al turbo V6.
La sigla è artificiosa, la macchina invece è armoniosa. Insiste con le sospensioni a schema pull-rod totale che per il 2013 sono piaciute pure alla McLaren, ma rispetto al disegno del 2012 il braccio inferiore dell’anteriore è più sollevato per accelerare le operazioni di montaggio, mentre al posteriore è spuntata la carenatura del braccio e della leva. Le altre modifiche che saltano all’occhio nel complesso sono le pance più scavate e il retrotreno più stretto per alloggiare la nuova scatola del cambio.
In sostanza la Ferrari F138 nasce sulla base della macchina del 2012, quella che alla fine non ha retto il ritmo di sviluppo della Red Bull malgrado l’annata scintillante di Fernando Alonso, che “ha tirato fuori tutto e di più – annota Montezemolo – da quella che non era una macchina sempre competitiva”.
Oggi la gestione del progetto è di Simone Resta che si fa carico di una parte delle responsabilità che fino al 2012 gravavano sulle spalle di Nicholas Tombazis. In questo modo il Cavallino separa i compiti per fronteggiare l’emergenza della galleria del vento.
La rossa del 2013 infatti esce dalle strutture di Colonia che un tempo facevano capo alla Toyota, mentre il Cavallino nel frattempo adegua l’impianto di Maranello. Perciò allo stato attuale, “la configurazione dell’auto – rivela Tombazis – ha beneficiato di uno sviluppo relativamente piccolo in galleria”. Tant’è che la F138 non ha ancora il DRS passivo della Lotus e non ha mostrato né il diffusore né gli scarichi definitivi: “Questa – ribadisce Stefano Domenicali – è solo una base”.
L’ultima nata di Maranello ha pure rotto la tradizione e non ha fatto neanche un chilometro di collaudo a Fiorano, perché è già partita alla volta di Jerez de la Frontera dove martedì cominciano i test senza Fernando Alonso: “Quelle – dice Matador – sono prove generiche. Servono per verificare la funzionalità della macchina, per vedere se gira, se frena e se accelera”. Se ne occupa Felipe Massa. Dice: “Parto alla pari con Alonso”. Ma già nei test la gerarchia è chiara.