Glock e Marussia, separazione (quasi) consensuale. Adesso nessuno è sicuro
lunedì 21 gennaio 2013 · Mercato
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L’anticipazione era arrivata domenica su Sport Bild: le strade di Timo Glock e del team Marussia di John Booth si separano a meno di due mesi dal via del campionato, nonostante Glock a luglio del 2011 avesse firmato l’estensione del contratto fino a tutto il 2014.
Adesso c’è la chance del DTM in Germania con la BMW da cui si era separato nel 2007 per diventare uomo Toyota. Poi alla fine del 2009 la firma con il team Manor che negli anni è diventato prima Virgin e poi Marussia. Dice Glock: “Non è il percorso che mi aspettavo”.
Ufficialmente la separazione è consensuale. Ma praticamente Glock resta a piedi perché la squadra non può pagarlo. John Booth si giustifica: “L’obiettivo del team è sempre stato quello di fornire delle opportunità ai talenti emergenti, una filosofia che abbiamo integrato nel nostro modello commerciale”.
Tradotto significa che Marussia prende a bordo i giovani con gli sponsor e ci basa buona parte del sostentamento. Ne parlava John Surtees l’altra settimana: per la carriera di un pilota, quello dei soldi è un nodo cruciale.
E poi c’è la crisi: a dicembre è fallita l’Hispania; voci poco rassicuranti arrivano anche su Force India. Per cui Glock sostanzialmente subisce lo stesso trattamento che un anno fa aveva riservato la Caterham a Jarno Trulli: il licenziamento strategico che libera il volante per chi possa comprarselo, una pratica che anno dopo anno si estende e non lascia nessuno al riparo dalla burrasca.
Agli attestati di stima da parte di Mark Webber e Paul di Resta, Glock su Twitter risponde: “Speriamo che questa situazione cambi presto perché non ha niente a che fare con lo sport”. L’altro posto alla Marussia è già di Max Chilton dopo che il papà ha comprato il 49% delle quote della squadra.