Nuova Delhi, la Ferrari limita i danni. Ma Alonso inizia a prendersi dei rischi
lunedì 29 ottobre 2012 · Gran Premi
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Comincia a prendersi dei rischi, lui che normalmente calcola e ragiona. Fernando Alonso prima di lasciare Jaypee alla volta degli Emirati Arabi notava: “Nei sorpassi forse ho azzardato qualcosa di più rispetto a quello che facevo nelle gare precedenti”.
È successo subito dopo la partenza, nella sfida doppia con le McLaren dopo la prima curva, quando Alonso è rimasto a sandwich tra Hamilton e Button: “Stavano lottando uno contro l’altro e – racconta Fernando – forse si erano dimenticati di me. Sono stato fortunato a non farmi urtare e superarne almeno uno”.
Pat Fry sul sito della Scuderia osserva: “Finire al secondo posto partendo quinto in una corsa dove i sorpassi sono stati merce rarissima nonostante la doppia zona di utilizzo del DRS è veramente un bel segnale”. Ma quello di Alonso è un approccio più aggressivo che è frutto diretto della situazione tecnica della F2012 che si trascina un ritardo cronico da quando è stata battezzata.
Perché per esempio gli elementi che il Cavallino doveva deliberare nei test invernali sono arrivati a maggio dopo che i team hanno provato al Mugello. Ancora: a Idiada prima del Gran Premio d’India, con Davide Rigon la squadra test ha potuto solamente correggere il telaio anziché concentrarsi sulle prove dei nuovi assetti.
Era partita male anche la Red Bull che invece da Singapore è tornata lo schiacciasassi del 2011, per effetto di una lunghissima serie di innovazioni che Maranello invece non sforna. Non a caso Alonso sabato diceva: “Io non corro solamente contro Vettel. Corro anche contro Adrian Newey”. L’ha capito perfino Jean Alesi dallo studio di RaiSport: “La Ferrari in questa situazione il campionato lo perde”.
Fry conferma che le novità di Nuova Delhi hanno funzionato, “però manca ancora lo step decisivo”. E non è detto che arrivi. Perché Stefano Domenicali sull’argomento continua a glissare. Dice solo: “Noi molleremo quando lo dirà la matematica. Adesso pensiamo ad Abu Dhabi”. Dove il disegno della pista favorisce – manco a dirlo – la Red Bull: “Però – nel 1982 la Nazionale italiana di calcio non era certo la squadra più forte eppure vinse quell’edizione”.