PHOTO CREDIT · Red Bull Racing

Gran Premio del Giappone 2012, gara

domenica 7 ottobre 2012 · Roundup
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Il gruppo che sfila via mentre Alonso si gira alla prima curva con la gomma floscia dopo la pizzicata di Raikkonen: è alla partenza che la corsa prende una brutta piega per la Ferrari, anche perché Grosjean sperona Webber e quindi toglie di mezzo l’unica macchina che può dare un pensiero a Vettel.

Cannibale. Pole position il sabato, grand chelem la domenica, ventiquattro vittorie come Fangio, secondo successo consecutivo e solamente 4 lunghezze di ritardo da Alonso: è il week-end perfetto di Vettel. Che però si busca la tirata d’orecchie di Adrian Newey: “Bloody driver”, perché spreme la macchina fino al traguardo anche quando non gli serve.

L’asso nella manica. È arrivato all’ultimo momento, ma ha funzionato subito e benissimo. L’ha scovato l’occhio di Giorgio Piola: il super DRS che sta facendo penare la Lotus e che invece con un concetto di canalizzazioni diverso fa volare la Red Bull. Come se non bastasse già il pacchetto base.

L’amico ritrovato. Scatta decimo, indovina il varco giusto in mezzo agli incidenti, passa in P4 alla prima curva, ai pit-stop scavalca Kobayashi e Button, poi corre da prima guida e concretizza il secondo posto: Massa ritrova il podio dopo due anni. Una spinta per trattare il rinnovo? Domenicali glissa: “Una cosa alla volta”.

Samurai. Un altro redivivo: cercava il podio di casa e l’agguanta alla grandissima. Kobayashi è veloce, ma anche bravissimo a mantenere la concentrazione nell’ultimo stint quando Button gli arriva negli scarichi. E alla fine per il pubblico esiste solo lui.

Incorreggibile. La lavata di testa di Spa non l’ha guarito per niente, perché Grosjean resta un pericolo pubblico, incallito oltre che imbarazzante. A Suzuka piazza un’altra perla di repertorio quando entra nella fiancata di Webber al via. E i giudici rispolverano apposta per lui la vecchia sanzione dei 10 secondi di stop&go.

Bravi sì però. Spostano in un batter d’occhio la Ferrari di Alonso alla prima curva, ma i commissari di Suzuka lasciano sul cordolo una bandella di carbonio che resta là per tutta la corsa. Distratti.

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