Monza, dietro le quinte: tutti i guai che ha scampato la Ferrari
lunedì 10 settembre 2012 · Gran Premi
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La rossa guarda avanti: “Eppure – dice Stefano Domenicali – la macchina più veloce ce l’avevamo noi”. C’è un senso complessivo di sollievo, viene dal fatto che il Cavallino esce da uno dei week-end più tormentati sotto il profilo dell’affidabilità. Lo sottolineava anche Andrea Stella, l’ingegnere di Alonso: “Si è accumulata una serie indescrivibile di eventi”.
Alonso venerdì rompe prima il motore e poi il cambio. Non è un dramma perché non sono quelli per correre domenica, però se ne va una bella fetta di tempo per lo sviluppo. “Fortuna che Massa invece ha completato tutto il programma”, annota Domenicali. Altri minuti scorrono improduttivi, sempre con Alonso, per la messa a punto dei freni.
Sabato il week-end si complica, per un contrattempo meccanico che rallenta Fernando nel segmento decisivo delle qualifiche e che secondo Maranello è imputabile a un bullone che si sfila dalla barra antirollio posteriore. Rimetterlo nella sede non è così agevole perché sulla base di quello che riesce a scovare Giorgio Piola nei box, la barra si trova sotto la scatola del cambio. E per raggiungerla bisogna smontare mezza macchina.
La configurazione è anomala, però i componenti sono di tecnologia acquisita. Spiegava Alonso: “Sono quindici anni che la Ferrari corre con quel pezzo. È successo in Q3 nel giorno in cui andava bene la macchina. È una casualità”. Ma lì Fernando si gioca un risultato che lui stesso dava per acquisito: “Penso che non c’era mai stata una pole più facile da prendere, considerando i tempi che avevamo fatto senza spingere nelle prime due sessioni e vedendo poi quello che hanno fatto gli altri in prima fila”.
Dalla decima posizione la rimonta domenica si presenta ostica. Invece alla fine Fernando raggiunge il podio mentre si fermano Button, Vettel e Webber per noie varie. “Ma qualcosa – rivela Domenicali – stava per capitare anche a noi. Ci siamo andati vicinissimi”. Già, perché Alonso anche domenica soffre un’anomalia alla sospensione posteriore, a valle del fuoripista a cui lo costringe Vettel alla Curva Grande: “Il problema – sottolinea Stella – è di tipo diverso rispetto a quello di sabato. Se fosse stato identico, il ritmo di gara si sarebbe ridotto di molto e avremmo perso diverse posizioni”.
E giusto per non farsi mancare niente, nel box del Cavallino intorno al giro 20 saltano tutte le comunicazioni con le macchine: “Chiedevamo a Fernando di raccontarci qualcosa. Lui ci diceva se si avvicinava o se perdeva. È diventata la Formula 1 di qualche anno fa”. Praticamente venti minuti senza corrente nel momento in cui la Ferrari doveva scegliere se marcare le McLaren o continuare a fare la corsa su Vettel.