McLaren, l’ala della discordia. Hamilton: “Mi ha frenato”. Il team: “L’ha voluta lui”
martedì 4 settembre 2012 · Gran Premi
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Dall’attacco alla pole position è venuto fuori “un disastro, dovuto solo all’ala posteriore”. Hamilton sabato pomeriggio in Belgio era furibondo: Button in testa allo schieramento e lui settimo, in condizioni di assetto profondamente diverse al retrotreno.
Lewis con i giornalisti si è lasciato andare: “Mi avevano detto che la differenza tra gli alettoni non fosse così grande e che la mia ala in qualifica avrebbe reso meglio. Invece così non è stato”. Altre dichiarazioni le ha affidate a Twitter allegate alle curve della telemetria. Poi in serata ha rimosso tutto.
La McLaren ha lasciato che fosse Paddy Lowe a replicare: “Ne avevamo parlato insieme. Raramente prendiamo una strada se non è condivisa unanimemente, per il semplice fatto che ragioniamo sulle cose e quindi alla fine non è una questione di votazioni. Si arriva alle stesse conclusioni, è successo anche con Lewis”. Che si era lamentato dopo la terza sessione di libere e prima di cominciare le qualifiche si è messo al tavolo con gli ingegneri.
Alla fine Button ha mantenuto l’alettone più scarico studiato appositamente per il Belgio. Invece Hamilton si è spostato su quello che aveva montato a Budapest dove rispetto a Spa serve un livello di deportanza altissimo. Lowe però annotava: “Comunque è una scelta perfettamente valida, l’ha fatta anche Raikkonen”. E in qualifica è andato solo 2 decimi meglio di Hamilton.
Ci ha pensato l’ufficio stampa a edulcorare i rimbrotti di Lewis. Nel comunicato ufficiale è rimasto un commento più pacato, in linea con la spiegazione che aveva dato Lowe: “La scelta è sbagliata, ma la decisione l’abbiamo presa insieme come squadra”.
Una differenziazione clamorosa degli assetti il team l’aveva applicata a Monza nel 2010. Lewis ne fece le spese pure all’epoca, ma la reazione fu pacata. Oggi invece il clima nel box non è disteso, soprattutto perché Hamilton è in una posizione di mercato delicata, con il contratto che scade alla fine dell’anno e la McLaren che insiste per tagliargli l’ingaggio.
Dopo le trattative nella sosta di agosto, il rinnovo è slittato un’altra volta. E forse è la chiave che spiega perché Lewis a Spa fosse più nervoso del solito. Al Sun venerdì diceva: “Non ho ancora firmato niente. Ci sono un po’ di punti da discutere. La prima bozza che ti danno non si firma mai perché nella maggior parte dei casi è uno schifo”.