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Biscotti da Formula 1, i patti illeciti che hanno deciso corse e campionati
lunedì 18 giugno 2012 · Amarcord
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Il pareggio opportuno tra Spagna e Croazia può condannare la nazionale di Cesare Prandelli all’Europeo. È quello che nello sport si chiama biscotto, il patto tra due club o due atleti che decidono a tavolino il risultato a danno dell’avversario. Una scatola di biscotti, dichiarati o solamente sospetti, l’ha confezionata pure la Formula 1.
Jerez 1997. Il Gran Premio d’Europa chiude la stagione, Schumacher e la Ferrari si giocano il Titolo in Andalusia contro Villeneuve e la Williams. Jean Todt dopo la corsa consegna alla Federazione le trascrizioni dei dialoghi tra Jacques e il box; la FIA li incrocia con quelli della McLaren “consegnati da un altro team – rivela Max Mosley – che li intercetta e decodifica regolarmente”. Secondo la Ferrari, tra Williams e McLaren c’è un patto di non belligeranza, un’alleanza trasversale per frenare Schumi. Che poi invece fa tutto da solo mentre cerca di mettere fuori gioco Villeneuve. Il favore alla McLaren però va restituito. Perciò Jock Clear via radio a Jacques sussurra: “Non deludermi, ne abbiamo discusso”. Hakkinen e Coulthard si infilano in un varco all’ultimo giro e vanno a fare doppietta; Villeneuve col terzo posto è comunque iridato. La FIA non riconosce l’illecito. Quel pomeriggio il gioco sporco però lo chiede anche Jean Todt agli amici della Sauber.
Interlagos 2008. C’è un altro Mondiale che volge al termine, c’è Massa che taglia il traguardo e vince il Gran Premio del Brasile, mentre Hamilton rema per riconquistare il quinto posto che gli vale la certezza matematica del Titolo. Piove a dirotto, Glock con la Toyota è in pista con le gomme d’asciutto e si fa passare giusto all’ultima curva: “Dite che l’ho fatto apposta? Non so come spiegarvelo, tutto quello che cercavo di fare era tenere in pista la macchina. Figuratevi se stavo a pensare di fare l’arbitro del campionato”. Il sospetto però l’alimenta anche Bernie Ecclestone: “La credibilità di una cospirazione tra Glock e la McLaren è prossima a zero, tuttavia in Formula 1 non si può mai dire”.
Singapore 2008. Non è una combine nell’accezione propria del termine perché manca il compare. Però è un superbiscotto che costa la radiazione a Briatore e che oltre all’immagine della Formula 1 scalfisce pure quella della Renault che per l’episodio perde gli sponsor. Nelsinho Piquet si schianta di proposito per chiamare in pista la safety car e agevolare la rimonta di Alonso che ha già rifornito e difatti va a vincere la prima corsa in notturna nella storia dello sport. La FIA scopre il dolo solamente un anno dopo, quando Piquet entra in combutta con Briatore e va a spifferare la verità negli uffici di Parigi.