Vijay Mallya, aerei e Formula 1. A modo suo: dalla bancarotta al party di Monaco
sabato 2 giugno 2012 · Dal paddock
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Una volta c’era Flavio Briatore che animava la conferenza stampa. Adesso i siparietti li mette in scena Vijay Mallya quando gli chiedono un commento sullo stato finanziario del team oppure sulla compagnia aerea che pure è sua e non se la passa benissimo e rischia la bancarotta.
È successo a Monte-Carlo nell’incontro di giovedì coi giornalisti. Mallya si è irritato quando gli hanno proposto di scegliere tra Force India e Kingfisher Airlines.
Si è irritato anche di più quando Ralf Bach di R&B ha menzionato i ritardi con cui Mallya paga dipendenti e fornitori, in contrapposizione invece al mega party nel porto di Monaco sullo yacht privato che misura 99 metri, quasi quanto un campo da calcio.
Lui si difende così: “Non devo giustificare niente. Gestisco venti business diversi, ho sei compagnie una indipendente dall’altra, con azionisti differenti. Non si sostengono a vicenda perché ciò viola i principi dell’amministrazione aziendale. Se un’attività per qualche motivo non rende, non è detto che si debbano chiudere anche le altre. Ogni business va avanti per conto suo. Il party che faccio ogni anno a Monaco è una promozione di United Spirits Ltd che non ha niente a che fare con la compagnia aerea”.
Mallya attribuisce le difficoltà di Kingfisher all’aumento delle accise sui carburanti. A marzo però Zeenews.com ha intervistato Harsh Vardhan che in India ha lavorato per diverse compagnie aeree occupandosi di selezionare i velivoli, controllare i bilanci e gestire le progettazioni: secondo lui ha contribuito anche “l’entusiasmo eccessivo di Mallya per governare i cieli indiani prima di valutare le implicazioni economiche”.
All’inizio del campionato, Mallya ha incrementato di tasca sua il budget della squadra versando 32 milioni di dollari. Entro la fine del 2013 però Sahara India Pariwar che è coinvolta da ottobre conta di completare l’acquisizione del pacchetto di maggioranza del team.
