Il giallo del camera-car: quando sparì il video dell’incidente di Senna
martedì 1 maggio 2012 · Amarcord
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La presunta ritorsione di Ecclestone che in Bahrain nega le inquadrature a Force India riapre il tema della gestione delle immagini ufficiali. Comunque poca cosa rispetto alla macchinazione che la società di Ecclestone con la complicità della FIA mette in pratica negli anni del processo Senna.
Quando la magistratura comincia a cercare le immagini del camera-car di Ayrton per approfondire la dinamica dell’incidente, Max Mosley si mette di traverso. Spiega che le riprese non esistono, perché in regia non si registra tutto, ma soltanto “quattro o cinque filmati alla volta. Nel momento dell’impatto, le immagini della telecamera di Senna non venivano acquisite”.
Bernie Ecclestone invece dice di averle viste. La Williams infatti le riceve due settimane dopo l’incidente, mentre la procura le ottiene a settembre dalla FOCA, che detiene i diritti per la trasmissione delle gare in tv. Mancano 9 decimi che secondo Passarini – il pubblico ministero – nascondono la chiave dell’incidente, forse la prova del cedimento del piantone dello sterzo nelle mani di Ayrton.
Desta sospetto il filmato nel suo insieme: 9 minuti su Senna, poi un’interruzione che dura 14 secondi tra disturbi e interferenze che temporalmente si sovrappongono agli attimi dell’incidente, quindi le riprese on-board di Katayama.
All’epoca le macchine munite di camera-car sono 20 su 26: la regia internazionale non ha i mezzi per seguirle tutte, così ne seleziona 3 alla volta, dopodiché sceglie eventualmente quale viene riversata sul canale di acquisizione.
A Imola in cabina di regia ci sono Alan Woodlard il regista, Eddie Baker il produttore e Andy James che in gergo tecnico è lo switcher, cioè l’addetto allo zapping da una camera all’altra. Al processo devono giustificare lo stacco delle immagini. Rispondono che è una coincidenza: Senna è in testa, il suo camera-car non è interessante, per cui 10 secondi prima dell’interruzione effettiva la regia decide di liberare il canale per passare su Katayama, ma sulla consolle “schiaccia il bottone sbagliato” e finisce sulla Ferrari di Berger che provoca il disturbo del segnale.
Passarini non è convinto: i fotogrammi che mancano esistono e qualcuno li ha fatti sparire. Agli atti e alla storia resta il video incompleto. La procura però valuta un procedimento separato per falsa testimonianza a carico dei dipendenti della FOCA. Già seccato dall’atteggiamento della Williams nell’analisi delle scatole nere, Passarini commenta: “La Formula 1 sta trattando quest’inchiesta con disprezzo”.