PHOTO CREDIT · Ercole Colombo
Testa di Alonso, cuore di Schumi, piede di Vettel e palle di Hamilton: il pilota ideale
giovedì 19 gennaio 2012 · Mercato
tempo di lettura: 2 minuti
Nel 2008 Fernando Alonso in un’intervista a Monza s’improvvisava team principal e diceva: “Io metterei sotto contratto Robert Kubica, perché in kart ha sempre vinto. Ha guidato e vinto contro Hamilton e Rosberg. Non vedo perché dovrebbe cambiare in Formula 1. Per me è il migliore di tutti”.
Il pilota ideale è fatto di testa, cuore, piede e anche palle. E per assemblarlo bisognerebbe pescare da troppe parti.
La testa di Alonso. Per vedere dentro le pieghe di una corsa. Dice Peter Sauber che Fernando “è intelligente nel capire l’andamento della gara”. Al punto di tenere sotto controllo anche la strategia degli altri e suggerire le mosse tattiche ai cervelloni del muretto. Come nel 2010 a Yas Island quando si gioca il campionato con Webber. Dice via radio: “Se vedete che Felipe [Massa] lo può superare in un giro, chiamatelo dentro”.
Il cuore di Schumi. Di chi vive per la perfezione, senza contemplare la sconfitta e si rimette in pista a 41 anni dopo tre stagioni di stop. Con la dedizione di sempre. Claudio Berro, ex addetto alle pubbliche relazioni per la Ferrari, si ricorda un episodio chiave: “Era il mese di gennaio del 1996, c’era in programma un test all’Estoril. Arrivammo al circuito la mattina verso le 9 e Michael era già lì ad aspettarci fuori dai box”.
Il piede di Vettel. Per fiondarsi in curva a una velocità pazzesca. Giorgio Ascanelli che l’ha seguito alla Toro Rosso dice: “Il vero punto di forza di Sebastian è la frenata, la sua capacità di gestire la vettura in questa fase. Mentre frena e imposta la traiettoria guadagna tantissimo sugli altri”.
Le palle di Hamilton. Tra genio e sregolatezza, con le intuizioni agonistiche del fuoriclasse che decide gli incontri con il gol partita. Perché per Lewis “la macchina che sta davanti – spiega Martin Whitmarsh – in quel momento è il nemico. E non importa chi sia”.