Hamilton e Massa, in Brasile la quiete dopo un anno di tempeste
giovedì 1 dicembre 2011 · Dal paddock
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Ultimo giorno di scuola, i libri si chiudono e le fratture si ricompongono. Hamilton e Massa dopo il Gran Premio del Brasile hanno sorpreso il paddock quando si sono stretti la mano, hanno fatto due chiacchiere e si sono salutati col sorriso, per chiudere una volta per tutte un confronto lunghissimo.
A Monaco, a Silverstone, due volte a Singapore, a Suzuka, a Nuova Delhi. Troppe volte a stretto contatto: “Ma io – dice Hamilton – per Felipe ho un rispetto enorme. E già non vedo l’ora di correre contro di lui l’anno prossimo”.
Proprio da Hamilton è partita l’iniziativa di sotterrare l’ascia di guerra. E Massa gradisce: “Da parte sua è stato un bel gesto”.
Però fa notare: “Era giusto che venisse lui a parlare con me, perché io credo di non avere fatto niente di sbagliato nei suoi confronti quest’anno”.
Apprezzano anche le loro squadre. Dice Stefano Domenicali: “Un bel gesto, ne sono felice”. E Martin Whitmarsh: “Simpatico per chiudere l’anno”.
Proprio Whitmarsh dopo la gara dell’India aveva formulato l’ipotesi che spiegava la sindrome dell’errore e dell’incidente facile: “Felipe sta sotto una pressione enorme in squadra e questo lo porta a reagire. Per la verità, è sotto pressione anche Lewis per via delle grandi performance di Jenson”.
Ci sta. Perché Massa è il primo pilota del Cavallino dai tempi di Pironi a chiudere un campionato senza neanche un podio mentre Alonso ci è salito dieci volte e ha pure vinto una corsa. Hamilton invece da quando ha debuttato in Formula 1 non si era mai classificato alle spalle del compagno di squadra.