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Sicurezza passiva: zylon, la fibra speciale per le visiere dei caschi

martedì 25 ottobre 2011 · Tecnica
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L’incidente che in IndyCar è costato la vita a Dan Wheldon riapre la discussione sulla sicurezza passiva e sulle protezioni alla testa. La FIA ad agosto ha inviato alle squadre i risultati del test di valutazione sull’efficacia del cupolino integrale sull’abitacolo. Una soluzione che però secondo i team non è fattibile, perché in caso d’incidente la calotta complica l’estrazione del pilota.

Di qui è partita l’idea di rinforzare direttamente il casco nel punto più debole: la visiera. La soluzione si chiama zylon: è parente del kevlar e nei test ha retto meglio della fibra di carbonio in termini di assorbimento degli urti.

Si tratta di un polimero sintetico sviluppato all’inizio degli anni Ottanta per applicazioni aerospaziali. Oggi si usa un po’ dovunque: nei giubbotti antiproiettile, nelle capsule spaziali, nelle racchette da tennis e nei tessuti elettrici.

La Formula 1 lo conosceva già perché dal 2001 lo zylon rinforza i cavi di ritenzione delle ruote e dal 2011 riveste i pannelli antintrusione che a Sepang hanno salvato la pelle a Sergio Perez.

Petrov, Trulli, Buemi e Maldonado – che utilizzano i caschi prodotti da Bell – avevano provato le nuove visiere in Malesia. Per imporre la nuova normativa però la Federazione ha dovuto aspettare che si mettessero al passo anche Arai e Schuberth, le altre case di produzione.

La fascetta di Zylon è larga 50 mm e si applica a cavallo tra la parte superiore della visiera e il guscio esterno del casco, nella zona che restò devastata nell’incidente di Massa a Budapest nel 2009. Pesa appena 70 grammi, “ma le performance d’impatto – ha spiegato Andy Mellor, il delegato tecnico dell’Istituto per la sicurezza – sono raddoppiate”.

Buemi, Fia, Maldonado, Massa, Petrov, Trulli,