Professione fotografo… in Formula 1: cinque domande a Mirco Lazzari
sabato 20 agosto 2011 · Esclusive
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“Cittadino e fotografo del mondo”. Si definisce così, Mirco Lazzari, nel cv sul suo sito web. Fotoreporter sportivo dal 1989, tra Formula 1, Moto GP e Mondiale rally. Di lui Franco Nugnes scrisse: “Ormai i fusi orari non gli scompaginano più i bioritmi perché è fuso e basta”.
F1WEB: Da quando ha cominciato a lavorare in Formula 1, com’è cambiato l’approccio dei media?
Mirco Lazzari: Tantissimo, direi che non è quasi paragonabile. Due ere diverse. Ed ho iniziato nel 1985, non prestissimo; immagino quanto è cambiato per chi segue la Formula 1 dagli inizi…
F1WEB: Un week-end di gara comincia il giovedì e finisce domenica sera. Qual è il momento migliore per scattare una foto?
ML: Dipende da quale foto vuoi o devi scattare. Puoi scattare fotografie di azione o ritratti ai box, foto ai piloti durante i momenti di relax o foto di ambiente. La luce cambia, dipende se è nuvoloso o soleggiato, non è possibile limitare tutto ad un momento. Ogni momento può essere quello buono.
F1WEB: Quante foto avrà scattato finora in carriera?
ML: Con il digitale anche diecimila a gara, calcolando almeno venti gare all’anno dal momento che io seguo diverse categorie. Quando usavamo le diapositive i numeri erano molto più contenuti, da 65 a un centinaio di rullini a Gran Premio, tra 2000 e 3600 scatti. Adesso quando alla Nikon controllano i dati delle mie macchine fotografiche certe volte rimangono senza parole…
F1WEB: Si è mai perso una foto che avrebbe voluto scattare?
ML: Certo che sì. Però ne ho scattate anche certe che non avrei pensato di aver l’opportunità di fare.
F1WEB: Qual è la foto che ama di più?
ML: Una sola è restrittivo, dipende dai momenti, dalle categorie, dalle emozioni che la stessa foto ti ha trasmesso. Riguardo alla Formula 1 sicuramente un primo piano agli occhi di Ayrton Senna mentre in vettura aspettava di uscire per un giro veloce e scrutava il monitor che era posizionato in alto sopra di lui.