Silverstone, il paddock contro Mark Webber: rispetti gli ordini di scuderia

giovedì 14 luglio 2011 · Dal paddock
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Un anno fa bisognava inventarsi un messaggio in codice. Adesso invece la FIA gli ordini di squadra li ha sdoganati dopo l’affare di Hockenheim, per cui la Red Bull a Silverstone non si fa scrupoli a 3 giri dal traguardo, quando ordina a Webber di congelare le posizioni fino all’arrivo.

Webber li manda al diavolo: “Mi hanno contattato 4 volte. Loro volevano i punti, ma li volevo anch’io”. Alla fine l’attacco a Vettel non va a segno. Mark arriva terzo e ribadisce: “L’ordine non era necessario, abbiamo dimostrato che sappiamo lottare senza buttarci fuori”. Invece a Istanbul l’anno scorso finì male. E poi proprio a Silverstone s’innescò un’altra polemica con il box sull’impiego delle novità tecniche.

Horner assicura che il comportamento di Mark non cambia la storia: “Ma – precisa – ne parliamo a porte chiuse”. Mateschitz non mette in discussione nemmeno il rinnovo del contratto. La condanna all’atteggiamento di Webber invece arriva dall’esterno.

Flavio Briatore
Quando sei in lotta per il mondiale, i piloti devono capire che la macchina non è di loro proprietà e che c’è una squadra fatta da centinaia di persone.

Niki Lauda
Capisco perfettamente Horner, perché era preoccupato delle sue due monoposto. Per me va bene così.

David Coulthard
Non puoi aspettarti che i team, con dei contratti con gli sponsor milionari rischino di buttare punti preziosi in quel momento della corsa.

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