Jean Todt in caduta libera: a due anni dall’elezione, mai così in basso
martedì 21 giugno 2011 · Politica
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Comincia a farsi vedere troppo spesso ai Gran Premi. Jean Todt cerca consensi per tenere saldo il timone della Federazione mentre nel paddock imperversa la bufera. Piove su tutti i fronti: il calendario iridato, la revisione delle regole tecniche, lo sviluppo dei motori. E Todt a nemmeno due anni dall’elezione a Place de la Concorde perde carisma e fiducia.
Se il governo è meno solido le ragioni sono più d’una. Vecchie questioni – tipo l’ispezione tardiva a Charlotte presso la factory di USF1 o la pugnalata di Mosley prima della riorganizzazione della Federazione – che si vanno a sommare a faccende più recenti e più serie.
Ultima in ordine di tempo: la revisione dei regolamenti tecnici con il divieto delle mappature speciali per il soffiaggio in rilascio, una rilettura delle norme che a Mondiale in corso mette al bando una delle armi vincenti della Red Bull.
Non è l’unica controversia tecnica, dal momento che la FIA ha proposto l’effetto suolo per il 2013 e poi le squadre l’hanno bocciato. Adesso è in bilico anche il passaggio ai quattro cilindri che il Consiglio Mondiale in teoria ha già ratificato a dicembre e che invece l’azione congiunta di Ferrari e Mercedes è riuscita a rimettere in discussione.
C’è imbarazzo pure per la gestione del caso Sakhir, per il reintegro del Gran Premio del Bahrain senza il parere delle squadre e senza cognizione sociale. Todt a marzo non prende posizione per conflitto d’interessi. Poi a giugno fa votare il recupero della gara. Ne viene fuori un caso politico. Alla fine il Bahrain salta definitivamente su pressione della FOTA. Ma resiste nella bozza del calendario 2012.
È un affare spinoso anche questo, perché con il debutto di Austin e il ritorno negli States le tappe per l’anno prossimo salgono a 21, una in più rispetto al limite previsto nell’aggiornamento del Patto della Concordia. Todt specifica: “Le date sono 21, le gare saranno 20”. Solo che alla FIA ancora non sanno quale circuito salterà. E non lo sa nemmeno Ecclestone che amministra i contatti con i promotori.