PHOTO CREDIT · Sutton
Todt, su Hamilton è ancora bufera: “Meritava sei gare di squalifica”
venerdì 10 giugno 2011 · Dal paddock
tempo di lettura: 2 minuti
Occhi e riflettori tutti puntati su Lewis Hamilton che arriva al Gran Premio del Canada sull’onda della polemica di Monte-Carlo, tre sanzioni nell’arco di un solo week-end e sfuriata finale contro i commissari e contro la Federazione: “Mi penalizzano perché sono nero”.
Nel 2009 venne fuori che aveva mentito in direzione gara per produrre la retrocessione di Trulli a Melbourne. E per questo fu squalificato. Adrian Sutil già allora disse che Hamilton prendeva “troppe punizioni” e che il motivo era “il colore della sua pelle”.
Accuse di stampo razziale che la FIA all’epoca lasciò correre. Stavolta Jean Todt per Hamilton era pronto a una penalizzazione esemplare: “Anche sei gare di squalifica” per oltraggio all’immagine della Federazione Internazionale.
Martin Brundle, ex pilota e commentatore per la tv inglese, nel 2007 per molto meno si beccò una querela da Place de la Concorde perché nel bel mezzo della spy-story insinuò che Max Mosley facesse la “caccia alle streghe” per screditare la McLaren. Anche Alonso l’anno scorso dopo il caos di Valencia per evitare grane aveva dovuto ammorbidire la contestazione. E teneva ragione da vendere.
Hamilton domenica sera a Monaco era tornato nel paddock per il mea culpa accompagnato dal papà e trascinato dalla McLaren. Oggi dice: “Non ci stavo con la testa. Sapete cosa significa stare sotto pressione. Si dicono cose sbagliate nella foga del momento“.
Todt ribadisce: “Quello che ha dichiarato Hamilton a Monaco è inaccettabile. Avrei potuto chiedere di giudicarlo, ma non ho lasciato che si aprisse il caso. Mi ha scritto una lettera, io gli ho risposto, adesso la faccenda è chiusa. Non diffondo quello che mi ha scritto perché è una faccenda privata”.
Hamilton si è scusato anche con Massa: “Gli ho telefonato, lui si è calmato”. Felipe aveva chiesto provvedimenti seri e non fa dietrofront: “Quello che ho detto lo penso. L’importante è che lui ha capito quello che ha combinato”.