Bahrain, la Williams rivela: “L’avremmo boicottato”. Ecclestone apre al recupero
sabato 26 febbraio 2011 · Politica
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Mentre la Federazione e il suo presidente peccavano di eccesso di cautela nella gestione dell’emergenza del Bahrain, la Williams la sua decisione l’aveva già presa: “Se il Gran Premio si fosse disputato, noi comunque non ci saremmo andati e penso anche gli altri team”.
Lo rivela Adam Parr in esclusiva su Autosport: “Mi pare chiaro che se fossimo andati a correre a Sakhir avremmo semplicemente peggiorato la situazione perché saremmo diventati un obiettivo per le proteste e le agitazioni considerando che con noi si sarebbero mossi anche i media”.
Intanto Bernie Ecclestone già lavora per recuperare la tappa. E c’è anche il benestare dei vicini di Abu Dhabi per un evento back-to-back alla fine del Mondiale malgrado il rischio di sottrarsi spettatori a vicenda.
Ecclestone interrogato dal Daily Telegraph dice: “Al Bahrain non ho fatto pagare una corsa che non hanno ospitato. Se la corsa dovesse essere reinserita, allora la pagheranno. Non so se sono assicurati per le perdite di incassi, per la vendita dei biglietti e per cose del genere. Si è trattato di una causa di forza maggiore, come un terremoto“.
Un terremoto, quello di Kobe che fece oltre 6000 vittime, nel 1995 in Giappone provocò il rinvio del Gran Premio del Pacifico di Aida che da aprile fu posticipato ad ottobre. Da allora, prima dei disordini politici in Bahrain, non era mai successo che la Formula 1 rinviasse un evento già inserito in calendario. Nemmeno con il Gran Premio degli Stati Uniti nel 2001 a due settimane dagli attentati dell’11 settembre.