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Stepney, Coughlan e de la Rosa: dove stanno i reduci della spy-story
venerdì 13 maggio 2011 · Amarcord
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È una faccenda controversa. “Ma tutti – avverte Adam Parr – hanno diritto a una seconda possibilità”. Lo dice mentre commenta l’ingaggio di Mike Coughlan alla Williams: “Altrimenti quella che doveva essere un’interdizione per due anni diventa un’interdizione a vita. E non è giusto”. Coughlan rientra nel paddock 4 anni dopo la spy-story. Con lui si erano macchiati anche Nigel Stepney e Pedro de la Rosa. Oggi in un modo e nell’altro sono tornati tutti a lavorare.
Per Stepney e Coughlan che non sono titolari di licenza FIA e quindi non direttamente soggetti ai provvedimenti del Consiglio Mondiale, la Federazione aveva chiesto due anni di interdizione fino a luglio 2009. Poi però cinque mesi prima della scadenza del divieto, Max Mosley che era ancora presidente della FIA li aveva formalmente assolti perché “alla fine sono stati solo degli attori minori. In questa storia ci sono persone che non sono attori minori, ma la verità non verrà mai fuori”.
La verità Stepney aveva cominciato a spiegarla in un’autobiografia. Che poi la casa editrice ha voluto bloccare. Secondo l’ex capo meccanico di Maranello, il progetto è saltato perché qualcuno ha fatto pressioni affinché certi segreti non venissero a galla.
Ad agosto dell’anno scorso Stepney si è trovato un posto da team manager in Nismo Sumo Power. Aveva ancora un conto in sospeso con la giustizia italiana, per le accuse che la Ferrari non ha mai ritirato: a settembre ha patteggiato un anno e 8 mesi, con sospensione della pena, più 600 euro di multa.
Coughlan prima di lui aveva patteggiato per 180 mila euro e poi aveva provato a rientrare in Formula 1 col team Stefan che la Federazione ha respinto alla vigilia del Mondiale 2010. Lui allora se n’era andato in America alla Michael Waltrip Racing. Poi è arrivata la chiamata della Williams. E questa è storia recente.
Pedro de la Rosa nella spy-story faceva da tramite per il reparto tecnico. Non è mai uscito dal giro, immune da ogni provvedimento in virtù della collaborazione fornita nelle indagini del 2007. È rimasto alla McLaren, poi nel 2010 si è cimentato con la Sauber che prima di Singapore l’ha rimpiazzato con Heidfeld. Allora si è messo a fare il collaudatore part-time per Pirelli. Da marzo è di nuovo a Woking.
Poi in teoria tra i reduci della spy-story c’è anche Ron Dennis, che alla fine del 2007 in una lettera si è scusato con la Ferrari, con la FIA e coi tifosi. Lui direttamente non ha pagato. Ma nell’addio alla dirigenza della McLaren forse tutta la questione ha pesato. O l’ha fatta pesare la Mercedes…