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Gran Premio di Turchia: harakiri della Red Bull, doppietta McLaren col brivido
domenica 30 maggio 2010 · Gran Premi
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La corsa emotivamente più densa dall’inizio della stagione, la corsa delle coppie che scoppiano e delle accuse velate. I fotogrammi chiave sono due: l’incidente delle Red Bull e l’attacco a tradimento di Button su Hamilton, due espressioni diverse della stessa insofferenza da convivenza forzata di due assi nello stesso team, due galli nello stesso pollaio.
Adesso il Mondiale si accende. E il compito più duro ce l’ha Chris Horner che dopo l’harakiri deve ricomporre l’armonia nel team. Ammesso che ci sia mai stata. Dice: “Non è tanto una questione di decidere di chi sia la colpa. Parliamo di una doppietta che abbiamo perso, è questo il punto. Dovevano lasciarsi più spazio”.
In conferenza stampa, Webber fa appello a tutto il suo autocontrollo: “Forse non avrei vinto perché mancava molto alla fine, però c’erano pochissimi metri tra noi. Certe volte, avere entrambe le macchine davanti non è la situazione ideale”.
Poteva mettere la firma sul terzo successo consecutivo dopo le perle di Barcellona e Monaco. Invece salva per miracolo la leadership in classifica e si ritrova sul gradino più basso del podio, alle spalle di Hamilton e Button.
Che pure rischiano la figuraccia. Hamilton racconta: “C’è stata una battaglia onesta”, dall’ultima esse fino alla piega successiva alla prima curva, nonostante il muretto avesse chiesto di risparmiare benzina, che in gergo significa congelare le posizioni e non prendere rischi.
E infatti Hamilton si dice anche “sorpreso” della mossa di Jenson. L’altro senza remore racconta: “Eravamo affiancati, mi sono divertito”. Martin Whitmarsh invece non s’è divertito per niente: “Mi hanno fatto salire il cuore in gola”. Che è un modo elegante per dire che s’è cagato addosso.