Caccia ai talenti del futuro: a Maranello nasce l’Accademia Ferrari
lunedì 8 febbraio 2010 · Test
tempo di lettura: 2 minuti
Il 28 gennaio non è nata solo la F10, è nata anche la Drivers Academy di Maranello, il programma per scovare e formare le nuove promesse. La Ferrari meno di due anni fa riempiva con Bertolini le ore di test che il regolamento riservava ai debuttanti, oggi l’Accademia rappresenta una novità assoluta, in netto ritardo rispetto a quanto già sperimentano gli altri team.
Montezemolo ha voluto che a capo ci fosse Luca Baldisserri che da aprile del 2009 non ha più responsabilità dirette nella Gestione Sportiva. Illustra lui il programma alla stampa: “Al momento abbiamo dodici giovani piloti convocati, poi faremo un’ulteriore selezione”.
In realtà l’unico con la certezza di un futuro a Maranello è Jules Bianchi, a Jerez ha già provato la rossa, grazie a Nicolas Todt ha un contratto pluriennale che può portarlo a prendere il posto di Badoer.
Gli altri candidati Maranello li deve scegliere un po’ per volta: “Si inizia dai kart, per continuare su altre formule come la Abarth, la Formula 3, la GP3 per poi muoversi anche su Formula 2, GP2 e World Series”.
Il metodo di selezione si avvale di osservatori prestigiosi. Per esempio Gian Carlo Minardi, che i talenti non se li è mai fatti scappare. Lui nel 2001, prima ancora di Briatore, bloccò Fernando Alonso a Faenza.
Chi entra nell’Accademia non viene soltanto addestrato sotto il profilo tecnico: “È fondamentale – sempre Baldisserri – che oltre a guidare, i piloti imparino pure a parlare con gli sponsor, con la stampa, e sappiano le lingue. Ci saranno cinque stage durante l’anno a Fiorano, al Mugello e a Vallelunga”.
Il programma dura cinque o sei anni, ma la Ferrari può interromperlo in qualsiasi momento, perché di anno in anno si riserva un’opzione per la stagione successiva. E non esistono esami di riparazione.