Season review 2010, episodio 4: l’anno di Vettel
lunedì 13 dicembre 2010 · Amarcord
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Un team che nasce da un marchio commerciale, un tedesco giovane un po’ sbruffone che vince il Mondiale alla terza stagione completa in Formula 1. Red Bull come Benetton, Sebastian Vettel come Michael Schumacher che a metà Mondiale raccontava: “Quando era piccolo, Vettel era attento alle fasi della mia carriera. Non me l’ha mai detto, ma io so che è stato così. E ne sono fiero”.
L’altro dice: “Io ai record di Schumi non ci penso perché lui è una leggenda, mentre io sono ancora all’inizio”. Un inizio che conta 10 vittorie su 62 corse, 15 pole position, 19 piazzamenti a podio, oltre 3500 chilometri in testa. E il Titolo Mondiale più fresco di tutti i tempi.
Vettel ci mette tutta la stagione per andare in testa al campionato. Arriva quarto in Bahrain con un guasto sospetto al motore, si ritira a Melbourne coi freni spaccati perché Newey ha estremizzato le pinze. Seb alla stampa dice: “Me ne vado in Malesia, spero di vedere la bandiera a scacchi”.
La vede sì. E la vede per primo: “Una liberazione”. Ma per vincere un’altra volta passano due mesi. Intanto in squadra la punta di lancia prova a farla Webber. È un dualismo che in Turchia manda all’aria una corsa già vinta. L’attacco lo sferra Seb; Horner invece se la prende con Mark: “Devo capirla, quella mossa”. Sull’incidente si allunga l’ombra del gioco di squadra: “Ma noi – dirà Helmut Marko fino all’ultimo – mai andremo a manipolare un risultato. Queste cose non le facciamo”.
Le fanno gli altri e si fanno scoprire. La Ferrari in Germania sacrifica Massa e aggiunge 7 punti al vantaggio di Alonso su Vettel che una settimana dopo in Ungheria si addormenta dietro alla safety car e si gioca la corsa: “Non ho nemmeno capito perché mi hanno dato il drive-through”.
Quello del Belgio è un altro podio che sfuma e apre un buco nella classifica: “Dopo l’incidente con Button ho ricevuto tante critiche, ho capito chi mi era amico e chi no. Mi sono concentrato sulle persone che stavano dalla mia parte”.
È la svolta psicologica. Il campionato prende un’altra piega. Delle ultime 6 corse, Vettel ne vince 3: Giappone, Brasile e Abu Dhabi. È in testa anche a Yeongam quando il motore lo lascia a piedi a 10 giri dalla fine: Alonso prende un bonus che la Ferrari a Yas Island non fa fruttare. Per un giorno, Heppenheim – 25 mila anime in Assia – diventa Vettelheim.