PHOTO CREDIT · Pirelli Motorsport
Abu Dhabi, comincia il ciclo Pirelli: 2 secondi il ritardo da Bridgestone
venerdì 19 novembre 2010 · Test
tempo di lettura: 2 minuti
Il ciclo Pirelli comincia a Yas Island e comincia benissimo: “L’impressione comune – rivela Sebastian Vettel – è che i pneumatici si comportano anche meglio di quello che ci potevamo aspettare”. Rubens Barrichello è l’unico che in carriera ha guidato anche con Bridgestone, Michelin e Goodyear: “Non è il caso di fare paragoni, ma sono positivamente impressionato”.
Pirelli per la prima volta lascia la Toyota laboratorio dei test privati e prova con tutte le squadre. Il miglior giro è di Felipe Massa – con casco tutto rosso – in 1:40.170, quattro decimi più lento del giro di qualifica che aveva fatto Alonso, quindi otto decimi sopra la pole di Vettel. Ma Daniel Ricciardo mercoledì nei test dei giovani – gli ultimi con coperture Bridgestone – aveva abbassato il record a 1:38.102 con la Red Bull campione del mondo.
Due conti a spanne e viene fuori che Pirelli, allo stato attuale, ai rivali di Tokyo paga almeno due secondi al giro: “Ma noi – dice Paul Hambery, di Pirelli Motorsport – non cercavamo i record”.
Piuttosto, la costanza delle prestazioni. Massa infatti spiega: “È vero che la gomma dura ha un degrado elevato e non è così veloce come ci aspettavamo. Però delle morbide sono contento. Sono veloci, il consumo è buono. Ho fatto dei long run con entrambe le mescole, ma quello su gomme morbide è stato buono. Anche migliore di quello che ho fatto domenica scorsa in gara”.
C’è più di un motivo. Prima di tutto la gradazione di mescola morbida che Bridgestone portava ad Abu Dhabi era in realtà una super-soft. E poi fra il Gran Premio e i test passano due giornate di prove con le nuove leve: “La pista – osserva Kubica – è cambiata parecchio perché è più gommata. Il livello di grip è decisamente più alto di quello che c’era in gara”.
Pirelli ha provato a riprodurre delle condizioni standard e giovedì ha fatto lavare la pista: “Ma io – va avanti Kubica – non me ne sono accorto. È stato come guidare su un tracciato diverso”.
Curioso che invece Pirelli chiami in causa proprio lo sporco per spiegare la prima foratura ufficiale, quella che rallenta Vettel nella sessione del pomeriggio: “Dopo sei giorni di azione – dice Hembery – ci sono tanti detriti. Abbiamo notato dei tagli sulle posteriori”.