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Test a Fiorano, Ferrari sotto accusa. Domenicali: “Pronto a spiegare″
sabato 3 luglio 2010 · Test
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Non solo safety car. A valle del week-end di Valencia, le squadre andranno a confrontarsi anche su un altro tema caldo: quello dei test privati. Oggetto del dibattito: l’uscita del 18 giugno di Fernando Alonso al circuito di Fiorano, una giornata di prove rubata per un collaudo mordi e fuggi della F10 con i nuovi scarichi soffianti e il diffusore più largo.
Chris Horner in Spagna commentava: “Sui test c’è un accordo tra gentiluomini ed è giusto che sia rispettato”. Anche la McLaren farà un test prima di Silverstone: “Ma – assicura Martin Whitmarsh – il nostro non sarà un filming day. Sarà un test in rettilineo e consumerà una di quelle giornate. La procedura corretta è questa“.
Prima di Barcellona, per collaudare il sistema f-duct con Fisichella, la rossa si è già giocata il primo dei quattro “straight-test” ammessi dal regolamento. E per non bruciarne un altro si è inventata l’escamotage delle riprese pubblicitarie, che sono contemplate in chilometraggio ridotto, con i pneumatici della gamma più dura.
Stefano Domenicali precisa: “Per i filming day bisogna pagare ed è esattamente ciò che abbiamo fatto. Se qualcuno ha dei problemi può chiamarmi e spiegherò ogni cosa“.
Il sito del Cavallino però parlava del test in termini un po’ diversi. E scriveva: “Meglio approfittare di ogni possibilità in un’epoca di proibizionismo dei test”. Poi anticipando la polemica, Alonso a Valencia ci ha scherzato sopra: “Giravo a 60 all’ora, avevo telecamere dovunque, anche sul casco. Sono condizioni in cui la macchina non è molto stabile”.
Whitmarsh si pronuncia anche in veste di Presidente della FOTA: “La Formula 1 è un business e la gente cerca di trarre vantaggio da ogni ambiguità. Per quanto mi riguarda, nella mia interpretazione inglese, non c’è nessuna ambiguità in questa regola, altri invece ritengono che ci sia e allora dobbiamo intervenire”.
La proposta è di ammorbidire i divieti: “La situazione economica sta cambiando. Possiamo concederci qualche test in più”. Senza tornare però all’epoca del tutto è permesso.
Geoff Willis, a nome di HRT conferma: “L’errore è che quando era giusto vietare i test illimitati, si doveva trovare un modo di assegnare date specifiche per delle prove collettive e organizzarci attorno un’operazione commerciale”.