Montreal, il tornante di sgretola dopo le qualifiche, si rischiava di non correre
giovedì 12 giugno 2008 · Gran Premi
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In Canada si è rischiato di non correre. Come in Belgio nel 1985. E per lo stesso motivo: l’asfalto che letteralmente si sgretolava. Sabato pomeriggio, dopo le qualifiche, Mark Webber diceva: “Ci sono delle curve in cui si arriva veramente al limite, bisogna mettere due ruote sull’erba per evitare di prendere i sassolini. Non so come faremo in gara”.
Trulli aggiungeva: “Sono condizioni molto pericolose, è una pista che va bene per un rally, non per la Formula 1”. Esagerato, evidentemente.
Ad ogni modo, il tornante era il punto messo peggio perché rappresenta la curva più lenta, praticamente quella in cui la trazione in uscita è più forte che altrove e quindi sfalda letteralmente l’asfalto.
Francois Dumontier, vice presidente del comitato che organizza il Gran Premio, si giustificava così: “Abbiamo cambiato la società di manutenzione della pista, però i problemi nascono per l’evoluzione tecnica delle vetture. Le cause sono più di una, il grip delle gomme che è aumentato, l’eliminazione del controllo di trazione“.
Di fronte alla prospettiva di una corsa su 70 giri con 20 macchine, Charlie Whiting ha imposto la risistemazione della sede stradale nella notte fra sabato e domenica. Ed è stato un tecnico della Nascar a portare l’antidoto: resine epossidiche anziché pezze di cemento.
Una soluzione che ha tenuto. E che i piloti, secondo Dumontier, hanno gradito: “Domenica la pista era sicuramente migliorata rispetto al sabato. Ma l’anno prossimo ci faremo trovare in condizioni perfette”.