GP di Russia, 22 progetti falliti prima di Sochi. E un attentato a Nagatino
lunedì 18 ottobre 2010 · Amarcord
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Davanti a una coppa di champagne, si scioglie Vladimir Putin. A Bernie Ecclestone sussurra: “So che lei ha discusso il progetto di un circuito prima coi sovietici e poi coi russi. E che parlò anche con Leonid Brezhnev. Adesso dopo anni di negoziati abbiamo la soluzione”. La soluzione è il Gran Premio a Sochi dal 2014, la prima corsa di Formula 1 in territorio russo.
Sochi arriva a valle di una lunga serie di progetti di autodromi falliti, 22 quelli documentati soltanto per Mosca. Ma è andata male anche con San Pietroburgo.
Ecclestone varca la cortina di ferro all’inizio degli anni Ottanta. Porta avanti le trattative con l’Unione Sovietica fino al 1983, ma fa un buco nell’acqua. Nel 1986 pur di correre nei paesi dell’Est ripiega sull’Ungheria.
Passano tre anni, cade il muro di Berlino e Bernie ci riprova. Un altro tentativo lo fa nel 1995. La Russia resta off-limits.
E siamo al 2000. Nagatino è una penisola lungo la Moscova, a un tiro di schioppo dal Cremlino. Tom Walkinshaw all’epoca è il team principal dell’Arrows e pensa di costruirci un circuito: “È tanto tempo che Bernie cerca di organizzare una gara a Mosca. Noi con TWR stavamo lavorando proprio nella capitale e si è presentata l’occasione. Gliene ho parlato, mi ha chiesto di andare avanti”.
Hermann Tilke prepara la bozza del tracciato e delle infrastrutture: cinema multisala, casinò, hotel, ristoranti, caffè, dance club, auditorium, parcheggi, un eliporto. Spesa prevista: 150 milioni di euro. È curioso che per Sochi la Russia pensa di spendere la stessa cifra, dieci anni più tardi.
Il 19 dicembre, in pieno centro, due uomini a volto coperto esplodono 30 colpi d’arma da fuoco contro l’auto di Iosif Ordzhonikidze, il vicesindaco. Ci vogliono quattro ore di sala operatoria per salvargli la vita. L’autista invece non ce la fa. La polizia collega l’episodio agli affari in corso a Nagatino, ai rapporti con i finanziamenti stranieri. L’interesse per la Formula 1 si raffredda.
Nel 2002 l’Arrows fallisce e le società di Walkinshaw hanno meno certezze. Nel 2003 Bernie torna a Nagatino dove non si è mossa una zolla. Salta la conferenza stampa per l’annuncio della firma. Il sindaco dice: “Non siamo d’accordo su alcuni punti del contratto”.
Finisce tutto nel cestino. A Nagatino ci vengono i campi da golf. Bernie allarga le braccia: “Non capisco quest’ostruzione di Mosca verso una gara che in qualunque altro posto è considerata un onore”.