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Nigel Stepney patteggia la pena: un anno e otto mesi per la spy-story

giovedì 30 settembre 2010 · Fuori tema
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Nel 2007 fu intercettato un sms di Nigel Stepney che a un paio di giorni dall’esplosione della spy-story a un’amica scriveva: “Ti prego di credermi. Tutte quelle cose che vengono dette sul mio conto sono un mucchio di falsità”. Tre anni dopo, l’ex capo meccanico del Cavallino per “quelle cose” patteggia un anno e 8 mesi, con sospensione, più 600 euro di multa.

Si chiude così, davanti al giudice del Tribunale di Modena nel distaccamento di Sassuolo, il processo per la spy-story, a valle dell’inchiesta condotta da Giuseppe Tibis, il sostituto procuratore di Modena.

Stepney riconosce le responsabilità nel tentato sabotaggio della macchina di Raikkonen prima del Gran Premio di Monaco – la polverina nel serbatoio della F2007, ricordate? – nonché nel trasferimento di informazioni riservate. Viene quindi giudicato colpevole di danneggiamento, tentate lesioni, appropriazione indebita, frode sportiva e rivelazione di segreti industriali.

Ad aprile del 2009, nel processo penale avevano già patteggiato quelli della McLaren: 150 mila euro ciascuno per Rob Taylor, Paddy Lowe e Jonathan Neale, e 180 mila per Mike Coughlan che aveva materialmente veicolato in Inghilterra i segreti di Maranello.

Sul piano sportivo invece la spy-story è ufficialmente chiusa da dicembre del 2007, dopo l’ammissione di responsabilità da parte della McLaren, già condannata dal Consiglio Mondiale della FIA a 100 milioni di dollari di ammenda con cancellazione dei punti iridati.

All’epoca Stepney aveva schivato la sanzione sportiva “in quanto non titolare di licenza FIA”. La Federazione però aveva chiesto alle squadre di “non collaborare professionalmente col signor Stepney senza condurre un’appropriata valutazione sulla sua idoneità alla partecipazione all’automobilismo sportivo”.

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