Ferrari, “bad Sunday” a Silverstone. E il drive-through di Alonso riaccende il dibattito sulla Fia
lunedì 12 luglio 2010 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti
Stefano Domenicali scende dal muretto, corre dentro il box e schiva i microfoni. La reazione della Ferrari però è già su Twitter: “Alonso ha il giro record, ma non è una consolazione”. È il primo rimbrotto polemico che la Scuderia fatica a trattenere. Da Valencia invece Fernando qualcosa l’ha imparata: che gli abbagli degli steward non è nemmeno il caso di commentarli.
E allora la sua è un’analisi pacata: “Il giro più veloce è la prova che il potenziale c’è. Abbiamo mancato i punti sia qui che a Valencia solo per circostanze e sfortuna”. Cause che per la seconda corsa consecutiva si riconducono al retaggio del protagonismo dei commissari della gestione di Mosley che la nuova FIA di Todt ancora deve smaltire.
L’episodio, al giro 19: Alonso e Kubica arrivano appaiati alla Vale, la Renault chiude verso destra, la Ferrari salta la controcurva successiva, evita l’incidente e guadagna una posizione.
Secondo i commissari la manovra di Alonso è scorretta. Anche secondo Nigel Mansell che a Silverstone è marshal adviser e che dovrebbe avere occhio più critico e più allenato.
Dirà Alonso: “Se al posto dell’erba ci fosse stato un muro, io ci sarei andato a sbattere e forse loro avrebbero penalizzato Kubica”. Ma il messaggio che arriva al Cavallino – in ritardo, anche stavolta – è un’intimazione a restituire la posizione.
Il problema è che in quel momento Kubica rallenta e si ritira. E allora l’avvertimento si trasforma direttamente in drive-through, quando in pista c’è la safety car che neutralizza i distacchi.
È così che Alonso lascia per strada ogni speranza di podio. Dall’ufficio stampa, Luca Colajanni rimarca: “Hanno voluto applicare ugualmente una sanzione afflittiva per una supposta violazione. A Valencia non era successo. Ne prendiamo atto (…), ma se è così lo deve essere sempre, non una gara sì e un’altra no”. Esattamente.