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Istanbul, Ferrari remissiva. Alonso: “Da quattro gare lo sviluppo è fermo”
lunedì 31 maggio 2010 · Gran Premi
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Luca di Montezemolo ha il chiodo fisso delle new-entry “che dovrebbero stare in GP2 anziché in F1”. Tony Fernandes prende i dati delle qualifiche e risponde a tono: “La Lotus è solo 2 secondi e mezzo dietro alla Ferrari che ha 800 corse sulle spalle mentre noi ne abbiamo 7. Vediamo se continuano a dire che siamo spazzatura”.
Lo dice in Turchia nel week-end in cui la rossa si scopre irrimediabilmente lenta, nell’ombra di McLaren e Red Bull. Non è ancora il tempo dei processi, ma Alonso un bilancio lo fa. Ed è un bilancio amaro: “Sono 4 gare che lo sviluppo è fermo. In Cina, in Spagna, a Monaco e anche qui non abbiamo portato niente. Gli altri invece vanno avanti”.
In realtà la Ferrari qualcosa l’ha portata. Ma si è concentrata su un aspetto limitato del pacchetto, il sistema f-duct di derivazione McLaren. Stefano Domenicali ammette: “Le risorse indirizzate su questo sistema ci hanno distratto da altre aree di sviluppo”.
È un po’ quello che aveva detto nel 2009, quando la Scuderia si era fissata sul kers e aveva trascurato tutto il resto.
Alonso esce nella seconda eliminatoria di qualifica con una staccata a ruote fumanti. Ai giornalisti fa notare: “Ho percorso tre giri con lo stesso tempo. Ne avessi fatti altri dieci non mi sarei mosso di lì. Comunque il giro non era buono, ho ritardato la frenata perché dovevo rischiare qualcosa per recuperare. D’altronde non eravamo stati veloci nemmeno in Q1, eravamo nono e decimo”.
La Ferrari stava vergognosamente sulla difensiva da venerdì pomeriggio. Nel comunicato post libere c’era scritto: “Con le gare che si susseguono con un ritmo di dieci giorni, qualche volta anche meno, è difficile cambiare radicalmente il livello di prestazioni”.
Domenicali adesso guarda verso Montréal: “Dobbiamo tirare fuori delle idee, dobbiamo essere innovativi. Dobbiamo diventare inventori di qualcosa di interessante”. Qualcosa che magari gli altri proveranno a copiare. Perdendosi.