Le prime riforme dal governo Todt. Mentre la FOTA va a Whitmarsh
sabato 12 dicembre 2009 · Politica
tempo di lettura: 2 minuti
Gli avevano chiesto riforme e lui le ha portate. Jean Todt comincia dal sistema di punteggio che mette più punti in gioco, ma all’atto pratico non cambia tanto i rapporti di forza. Più concreta è la riforma della giustizia sportiva: i commissari saranno fissi, 4 e non più 3, coadiuvati da ex piloti di Formula 1 e, nazione per nazione, da un rappresentante dell’autorità sportiva locale.
Esce dai giochi Alan Donnelly che, pur senza diritto di voto, fino al 2009 è stato l’unico giudice permanente imposto da Max Mosley per guidare, anzi, per tenere sotto controllo le sanzioni.
Riporta il sito della FIA: “I commissari eleggerano fra di loro e per conto proprio un presidente per ogni gara. Con i video e le conversazioni radio dovrebbero raggiungere le decisioni con efficienza”.
Mosley si era sempre opposto all’idea di avere commissari permanenti. Soprattutto ex piloti: “Perché entrerebbero facilmente in amicizia con qualcuno”. Innescando sospetti.
Todt invece va per un’altra strada e mantiene quanto di positivo Mosley aveva istituito alla fine del 2008, cioè un vero e proprio corso di formazione e addestramento per i nuovi commissari “con un meeting annuale per innalzare la qualità degli interventi della giunta permanente”.
È un progetto di riforma che nel complesso rispecchia quanto invocavano sia i piloti che la FOTA. A proposito: uscito di scena Luca di Montezemolo, la presidenza dell’associazione dei team passa a Martin Whitmarsh della McLaren.
Chris Horner va invece alla direzione del gruppo di lavoro delegato alle questioni prettamente sportive e Ross Brawn mantiene la guida del gruppo tecnico, quel ruolo che Flavio Briatore gli aveva contestato per non aver avvertito i rivali della zona grigia sui diffusori.