Il Grillo Rampante contro Max Mosley: “Ecco l’eredità della guerra santa”
mercoledì 24 febbraio 2010 · Politica
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Si nasconde nell’ufficio stampa della Ferrari, ogni tanto salta fuori e firma un comunicato. Tira le orecchie ai potenti. Contesta. Morde. Se l’era presa con chi dava la Formula 1 per spacciata. Adesso il Grillo Rampante tira un attacco a raggio più ampio. Tema caldo: la fuga dei costruttori e il debutto delle nuove squadre. Che non si sono iscritte: “Sono state indotte” a partecipare.
Campos per esempio è viva per miracolo, per “un’iniezione di liquidità da un munifico cavaliere bianco uso ad esibirsi in salvataggi in extremis previo impegno ad un fedele vassallaggio“. Tradotto: quando Bernie Ecclestone mette mano al conto in banca ha un secondo fine. Che non sempre è un fine nobile.
L’altra dispersa è USF1, in balia di chi “continua a dichiarare a destra e a manca che tutto va bene sotto il cielo a stelle e strisce”. Altra traduzione: Ken Anderson e Peter Windsor bluffano, USF1 ha l’acqua alla gola, non esiste, non è mai esistita.
Infine c’è il team Stefan: “I gufi che hanno la tana in Serbia”. In due righe il Grillo riassume tutta la pratica: “Prima si sono lanciati in una donchisciottesca battaglia legale contro la FIA, poi hanno vampirizzato l’agonizzante Toyota e, dopo aver raccattato qua e là qualche avanzo di scandalo (Coughlan e Ryan, ndr) puntano ad agguantare il primo posto che si libererà, magari contando sull’avallo dello stesso cavaliere bianco di cui sopra”.
Morale della favola: “Questa è l’eredità che ha lasciato la guerra santa condotta dall’ex presidente della FIA. Voleva abbattere i costi per consentire l’accesso ai piccoli team? Due squadre arrivano all’inizio del mondiale zoppicando, una terza ci arriva spinta da una mano invisibile, la quarta la stanno cercando. Nel frattempo, ci siamo persi per strada due costruttori come BMW e Toyota. Della Renault è rimasto poco più che il nome”.