Smascherata la Renault: fu volontario l’incidente di Piquet a Singapore

lunedì 21 settembre 2009 · Dal paddock
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Per ripicca, per odio, per sfregio, appena la Renault lo ha mollato, Nelsinho Piquet è andato negli uffici della FIA e ha vuotato il sacco: “Vi ricordate Singapore, l’anno scorso? Pat Symonds mi portò una mappa e mi disse in quale curva dovevo sbattere”.

La 17, perché non c’erano né gru né vie di fuga e perché per spostare i rottami i commissari avrebbero avuto bisogno della safety car. Che infatti entrò e favorì – da copione – il successo di Alonso che era l’unico col pieno.

Un complotto all’insaputa di Fernando. Lo ha chiarito subito Piquet e lo aveva chiarito già Mosley a Monza: “Alonso non è coinvolto, prove contro di lui non ne abbiamo”. Perché nel motorhome della Renault, a costruire l’incidente a tavolino erano in 3: Nelsinho, Briatore e Symonds.

Piquet rivela: “Ero vulnerabile, ero in uno stato emotivo e mentale molto fragile, ero stressato. Briatore si rifiutava di rinnovarmi il contratto. Pensai che accettare la loro proposta mi avrebbe aiutato”. Il contratto c’entra, però Symonds risponde che fu Piquet a farsi venire in testa l’idea dell’incidente, aspettandosi la Renault 2009 come ricompensa.

Mosley a Monza aveva un diavolo per capello: “Nella spy-story il problema della McLaren era che ci aveva mentito. Questa volta la situazione della Renault è persino più grave”. Così grave che il Consiglio Mondiale era indirizzato a decretare per la Régie la squalifica permanente dal campionato di Formula 1.

La squalifica c’è, ma è congelata per 2 anni. La Renault continua a correre perché mercoledì 16, quando ha capito che la telemetria di Piquet era una prova pesante a carico, ha giocato d’anticipo, ha annunciato che non avrebbe contestato le accuse di fronte ai giudici e, soprattutto, ha fatto piazza pulita dei malfattori: fuori Flavione e fuori anche Symonds.

Che comunque non la passano liscia: Briatore si becca l’interdizione a vita da tutte le manifestazioni organizzate dalla FIA; Symonds può tornare, ma fra 5 anni. Piquet, invece, gioca il jolly e ne esce immune per collaborazione nelle indagini. Però ha pure lui la coscienza sporca. E il paddock certe cose non le scorda.

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