Campos è già in crisi. Spunta il team Stefan coi favori di Ecclestone
venerdì 5 febbraio 2010 · Dal paddock
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Non compare nella lista degli iscritti, non può nemmeno chiedere di aggregarsi perché la griglia è satura. Ma il team Stefan è l’unico ad avere già cominciato a spedire materiale in Bahrain. Come se la partecipazione alla prima corsa fosse garantita.
Zoran Stefanovic, tycoon di questo progetto serbo che sembra sempre più concreto, alla stampa sussurra: “Due team potrebbero non arrivare al via. Noi dobbiamo farci trovare lì e vedere che succede”.
Gli indiziati sono USF1 e Campos, quelli che nel corso dell’inverno hanno fatto meno degli altri. USF1 però ha in programma un mezzo test in America. Adrian Campos invece è messo peggio: ha già chiesto un salvagente a Tony Texeira, ha provato a svendere, non è in grado di rispettare i pagamenti dei telai che ha commissionato alla Dallara.
Qui entra in gioco Stefanovic: compra da Dallara i diritti della macchina di Campos, lascia gli avversari senza vettura, acquisisce factory e progetti della Toyota e si fa trovare in Bahrain, pronto a riempire la lacuna nel momento in cui la FIA decreta il fallimento della Campos.
Una stategia perfetta in cui c’è lo zampino di Bernie Ecclestone che ammette: “Ho buoni contatti con il team Stefan, cerco di metterli sulla griglia di partenza”.
Ecclestone si è mosso anche per trovare i piloti: uno è Kazuki Nakajima, praticamente eriditato dalla Toyota. L’altro è Ralf Schumacher: nel 2007 Bernie lo bacchettava, adesso invece lo rilancia come “il pilota ideale”.
Il resto dello staff conta reietti con la fedina penale sporca: Mike Coughlan, ex spia della McLaren nella spy-story e Dave Ryan, pure lui ex McLaren, ripudiato per le balle che raccontò Hamilton a Melbourne nel 2009. Per completare il quadro manca solo Nelsinho Piquet, un altro che di truffe se ne intende. Stefanovic lo ha contattato, l’accordo non c’è stato. Meglio.