Michael Schumacher, 41 anni, atto secondo: il ritorno del re, su Mercedes
domenica 3 gennaio 2010 · Mercato
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L’atto primo si è chiuso il 22 ottobre 2006 in Brasile, dopo 7 Titoli, 248 Gran Premi, 91 vittorie, 154 piazzamenti a podio, 1369 punti, 76 giri veloci e 68 pole. L’atto secondo inizia il 14 marzo 2010 in Bahrain. Michael Schumacher torna in Formula 1 da pilota, dice basta alle consulenze strategiche della Ferrari. Correrà con la Mercedes. E correrà per vincere.
“Alla fine del 2006 ero semplicemente stanco, non avevo più energie. Adesso mi sono ricaricato, correndo sulle moto e sui kart. Mi sento come un ragazzino che va in giro saltellando”.
Michael, più Mercedes, più Ross Brawn, “una combinazione – dice Schumi – che non era prevedibile e che mi entusiasma”. E che rappresenta soprattutto un ritorno alle origini, perché il cammino di Schumacher nelle competizioni a quattro ruote comincia proprio con la casa di Stoccarda nel 1990 nel Mondiale Prototipi, nel team junior con Heinz Harald Frentzen e Karl Wendlinger.
Poi Schumi in Formula 1 sceglie strade e squadre diverse. Ma per anni la Mercedes lo insegue cercando di riprenderselo: nel 2000 lo voleva sulla McLaren e la trattativa saltò “per colpa di Ron Dennis”.
A dare ordini adesso è Ross Brawn, che con Schumi ha vinto tutto o quasi tutto quello che c’era da vincere, negli anni della Benetton e della Ferrari. Brawn che ha pianto quando Button è scappato verso la McLaren, e che adesso con i soldi della Mercedes può permettersi il pilota più vincente della storia della Formula 1.
Schumacher prenderà 7 milioni di euro a stagione per 3 anni, più di quanto pretendeva Raikkonen, con la differenza che questi soldi il team li spende volentieri.
Perché il ritorno d’immagine è immediato e perché Schumi, a 41 anni suonati, per gli sponsor vale ancora tantissimo: ci vorranno 7 milioni di euro per mettergli un logo sul cappellino, 5 milioni per il petto, 3 per ciascun braccio e un milione per ogni gamba.
E il problema al collo? Sparito. Lo dice lo stesso staff di medici che ad agosto aveva bloccato le operazioni per il ritorno di Schumi alla Ferrari. Michael aggiunge: “In estate c’era troppo poco tempo per recuperare, ma adesso ce n’è stato abbastanza per far guarire completamente la ferita”. Come gli ha già detto Montezemolo: “In bocca al lupo e buon lavoro”.