Tasman Series, ovvero: quando a Capodanno si correva

sabato 2 gennaio 2010 · Amarcord
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La Formula 1 del nuovo millennio si ferma a novembre e riprende a marzo. In mezzo ci sono i test – se non sono vietati – gli shake-down, il mercato, le solite interviste, le solite chiacchiere. Invece a cavallo fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta si scappava dall’inverno europeo e si andava a gareggiare in Nuova Zelanda e Australia. E ci andavano proprio tutti, le squadre e i piloti.

Era la Tasman Series: con Jack Brabham, Jim Clark, Graham Hill, Phil Hill, Jackie Stewart, Jochen Rindt, Piers Courage, Pedro Rodriguez e, soprattutto, il “kiwi trio” di Bruce McLaren, Denny Hulme e Chris Amon. C’erano Lotus, Ferrari, Brabham, McLaren.

Si correva su circuiti dai nomi esotici e sconosciuti: Teretonga, Pukekohe, Lewin, Wigram, Warwick Farm, Lakeside, Longford, Surfers Paradise, Oran Park.

Un campionato alternativo in piena regola, con i motori 2500 dismessi dal nuovo regolamento di Formula 1 che imponeva la cilindrata di 3000. Si riciclavano i propulsori, ma anche i telai e pure i piloti. Si spendevano quattro soldi e ci si teneva in allenamento.

Poi cambiarono le regole. La Tasman Series si spostò sulle Formula 5000 che arrivavano dall’America. Perdendo fascino e interesse: diventò prima una categoria locale, poi scomparve del tutto. E a Capodanno non si corse più.

Brabham, Clark, Ferrari, Hulme, McLaren, Rindt, Stewart, Team Lotus,