Gran Premio del Giappone, un uomo solo al comando: domina Vettel
domenica 4 ottobre 2009 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti
Ha vinto e soprattutto s’è divertito un mondo: “Suzuka è la pista più bella che c’è”. Sebastian Vettel c’era stato nel 2006, guidava la BMW, non aveva il carisma che ha oggi, faceva qualche giro nelle prove libere e stop, perché era un anonimo collaudatore del venerdì che a fine giornata lasciava la macchina ai titolari e si rifugiava dietro le quinte.
Adesso il paragone con Schumacher è scontato: tedeschi, veloci, dominano le gare martellando il cronometro: “Ho tenuto la testa bassa – parole di Vettel – e sono andato più forte che potevo”.
Simili anche nel fatto che spesso e volentieri, pure Seb come Schumi agli inizi, qualche guaio lo combina ancora. Per dire: Melbourne, Monaco, Istanbul. Questo complica una caccia al Mondiale in cui la Red Bull deve rimontare i punti che Button e la Brawn hanno messo insieme in avvio di campionato.
Chris Horner non molla: “Sebastian non ha niente da perdere, semplicemente deve vincere anche le prossime due gare”. Per fare i 17 punti che gli servono per scavalcare Button e Barrichello. Del resto, Raikkonen nel 2007 a due gare dalla fine doveva recuperare 18 punti e li trovò tutti.
La differenza è che oggi, rispetto a quella Ferrari, la Red Bull è a corto di motori: Vettel le unità fresche le ha finite. E se vuole scamparsi le penalità deve accontentarsi dei V8 che ha già spremuto.