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Silverstone, cronache da bar: tutto il peggio di Gianfranco Mazzoni
martedì 23 giugno 2009 · Media
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In tempo di Confederations Cup, Aldo Grasso sul sito del Corriere solleva la polemica sui commentatori sportivi, quelli “talmente scarsi” come Salvatore Bagni e Zibì Boniek. E non è che l’automobilismo sia messo meglio.
Dal 1997 a raccontare la Formula 1 sulla Rai c’è Gianfranco Mazzoni. Che le critiche se le cerca e se le merita. Che campa di gossip, statistiche cervellotiche, aneddoti e fatterelli vari. E che nella telecronaca del Gran Premio di Gran Bretagna infila una bordata di commenti da bar in un contesto già vessato da falsi scoop e disinformazione sul futuro della Formula 1.
Per esempio: lui sposa la causa scissionista della FOTA, con spocchia sentenzia che “non è stata una bella mossa” quella di Williams e Force India, di firmare con la FIA per lasciare l’associazione dei team. A Ivan Capelli tocca spiegare con pazienza che voltafaccia non è, che ci sono dei contratti d’acciaio che obbligano certe squadre a stare dalla parte della FIA. Senza se e senza ma.
Tra l’altro Mazzoni va matto all’idea del campionato parallelo, come se la televisione di stato potesse comprarsi un prodotto tutto nuovo e permettersi anche la penale per scindere il contratto pluriennale con questa Formula 1, nella quale la Ferrari non viene inquadrata perché “ha tradito il regime di Mosley e viene punita”. Punita dalla Fom, che poi sarebbe di Ecclestone. Magari invece è perché Massa e Raikkonen sono lenti e giustamente non meritano, mentre in testa lo spettacolo lo fanno gli altri.
A corredo, le accuse d’incompetenza ai commissari tecnici che arrivano dalle federazioni minori, come se l’autorità sportiva la facesse il passaporto più che la cultura. Gli americani direbbero che non è nemmeno politically correct.