Buoni alla prima: è doppietta della Brawn all’esordio in Formula 1
domenica 29 marzo 2009 · Gran Premi
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Nella Formula 1 dei debutti precoci, il Gran Premio d’Australia è la rivincita dei vecchietti a neanche 5 mesi dall’incoronazione del campione del mondo più giovane di sempre. Primo Jenson Button, 29 anni e 2 mesi, secondo Rubens Barrichello, 37 anni a maggio, terzo Jarno Trulli che va per i 35.
La Brawn fa doppietta nella gara d’esordio, un’impresa che era riuscita solo all’Alfa Romeo nel 1950 e alla Mercedes nel 1954. Per Button fila tutto liscio come l’olio, Rubens invece deve recuperare dopo un avvio da tartaruga e una collisione alla prima curva.
È la sua rimonta a fornire la dimensione della superiorità tecnica della Brawn: “Se credono che andiamo forte solo per il diffusore – osserva Rubinho – allora vi dico che il colpo che mi hanno dato alla partenza lo ha distrutto completamente”.
Mario Theissen della BMW è convinto che anche la corazzata di Ross Brawn un punto debole ce l’ha: “Con le gomme morbide soffrono come tutti noi”. E Kubica, che si era tenuto le dure per il finale, a detta del suo ingegnere di pista sarebbe andato a prendere Button se alla curva Whiteford non lo avesse fermato l’incidente con Vettel, in crisi disperata con i pneumatici.
Lo sosteneva anche Jarno Trulli venerdì pomeriggio, che “le morbide sono troppo morbide e le dure sono troppo dure” e che di conseguenza il risultato lo decide l’usura delle gomme. Perché la Bridgestone continua a produrre i quattro compound canonici – duro, medio, morbido e super-morbido – ma rispetto al 2008 porta in gara due mescole non contigue: “C’è più lavoro per ingegneri e piloti, ma più spettacolo per i tifosi”, dice il boss.
Più lavoro, ma anche una differenza sensibile di rendimento che all’Albert Park si è vista benissimo: su Rosberg per esempio, che con le morbide fa il record di giornata ma a 6 passaggi dalla fine ci mette appena 2 minuti per sprofondare dal podio virtuale alla settima posizione finale.
Lo stesso crollo di prestazioni che condiziona anche la corsa delle Ferrari e preoccupa il Cavallino più dei flop meccanici: “Al di là dell’affidabilità – riconosce Domenicali – siamo mancati su prestazioni e strategia. Fortuna che la Malesia arriva subito”. Per dimenticare. O almeno provarci.
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