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La Formula 1 debutta al porto di Valencia: vincono Massa e gli sbadigli
mercoledì 27 agosto 2008 · Gran Premi
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In concomitanza con le Olimpiadi, la Formula 1 è uno sport piccolo piccolo. Si corre un Gran Premio da sbadigli mentre Pechino chiude i Giochi e quasi eclissa l’hat-trick da medaglia d’oro di Felipe Massa a Valencia, con argento di Lewis Hamilton e bronzo di Robert Kubica.
Per Felipe, un trionfo dal gusto tutto particolare: “Finiscono le Olimpiadi, il Brasile si è comportato bene, è come se io avessi vinto un oro anch’io per il mio Paese”.
Ben fatto, con tanto di suspense al secondo stop: Massa lascia la piazzola del rifornimento mentre sopraggiunge la Force India di Sutil. “Mi sono spaventato – ammette Felipe – e l’ho lasciato andare solo per non correre rischi. Immagino che se ci sarà un’indagine sarà per lui”.
L’indagine c’è e la sanzione pure: 10 mila euro di multa, ma sono per la rossa, un modo per ricordare alla Ferrari di guardarsi intorno prima di liberare i piloti dopo i pit-stop.
Massa pensa solo ai dieci punti, quelli che cercava dopo il ritiro beffardo di Budapest: “Ci pensavo il meno possibile, non dovevo farmi condizionare. Mi ha spronato la voglia, diciamo pure la rabbia”.
Voglia e rabbia, gli ingredienti che Raikkonen ha smarrito da due mesi: Felipe vince, fa la pole e il giro veloce; Kimi si qualifica in P4, si fa passare da Kovalainen e si accontenta di stargli in coda. Alla fine rompe il motore, per la stessa biella che in Ungheria ha tolto il successo a Massa e che adesso preoccupa a Maranello.
Ma Raikkonen a Valencia è pure pericolosamente deconcentrato: ai box anticipa il verde della ripartenza, trascina il bocchettone, strappa il casco a uno dei meccanici, sbatte a terra Pietro Timpini, l’addetto al rifornimento, che riporta la frattura del piede sinistro, contusioni alla gamba e alla schiena.
Sottolinea Andrea Cremonesi della Gazzetta: “A caldo Kimi non ha speso una sola parola di scuse per il meccanico”. Ha dovuto farlo la Scuderia per lui nel comunicato stampa di fine gara.