Montréal, incidente shock di Robert Kubica. Lui è illeso: “Ricordo tutto”
mercoledì 13 giugno 2007 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti
Una macchina di Formula 1 che perde la linea e si stacca da terra diventa un giocattolo impazzito fuori controllo. Il botto terrificante di Robert Kubica riaccende la discussione sulla sicurezza, ma il risveglio è indolore. Mario Theissen già domenica sera rassicurava la stampa nel paddock: “Robert sta bene, compatibilmente con l’incidente che ha avuto”.
Resta un dolore al piede destro. Inezie. Dall’ospedale del Sacro Cuore dov’è ricoverato, Kubica commenta: “Ricordo quasi tutto. Non ho visto le riprese e non so se avrò voglia di vederle, ma posso immaginare com’era ridotta la mia macchina”.
Praticamente un rottame, addossata al guard-rail del tornante, senza ruote, senza il musetto, con le fiancate fracassate. A innescare l’incidente, il contatto ruota contro ruota con la Toyota di Trulli: “Ma ho parlato con Jarno – dice Robert – e ci siamo chiariti”.
Trulli racconta: “Mi ha tamponato, ho sentito solo una gran botta, poi quando sono ripassato sul punto dell’impatto ho visto i soccorsi e la macchina distrutta. Da quel momento per me il risultato non ha più avuto importanza. E quando sono uscito di pista ho sbagliato perché non c’ero con la testa, non vedevo l’ora che finisse quella gara odiosa”.
Smaltita la paura, è il tempo delle valutazioni: “Nelle gare cittadine – spiega Jarno – con certe velocità è facile farsi male. Qui ci è andata bene. Tanto di cappello alla FIA che ha fatto un superbo lavoro per la sicurezza. Ma non ci eravamo accorti di quanto fosse pericoloso quel muretto dove le monoposto possono andare a sbattere con un angolo di 90 gradi”.