Dal video sadomaso al voto di fiducia: così la Fia ha confermato Mosley
martedì 3 giugno 2008 · Politica
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Sembra un pesce d’aprile con due giorni d’anticipo. Invece no: domenica 30 marzo è proprio Max Mosley il tipo sul sito di News of the World. Tortura e a sua volta si fa torturare da cinque prostitute in divisa a strisce, parla tedesco, ordina, esegue. Secondo il tabloid è “un’orgia sadomaso in stile nazista”. Secondo Mosley è “un’orgia e basta”.
Fantasie sessuali che fanno il giro del mondo e lasciano sgomento anche Bernie Ecclestone: “Se non lo avessi visto non ci avrei creduto, ma comunque questi sono affari privati e non ci riguardano”. Mosley ne parla come di un’operazione deliberata per screditarlo, per distruggere il suo posto nell’automobilismo sportivo.
Ma le ripercussioni si fanno sentire: Mad Max deve stracciare il biglietto per Sakhir e rinunciare al Motorsport Business Forum 2008 perché “personaggio non gradito” ai reali del Bahrain. Case e federazioni prendono posizione, BMW e Mercedes firmano il comunicato congiunto che incoraggia tutte le altre e invoca l’intervento della FIA.
Mosley perde la pazienza: “Se avessi guidato ubriaco a folle velocità mi sarei dimesso il giorno stesso. Non ho fatto niente di male, stiamo parlando di immagini private raccolte in modo illecito”.
Jean Todt tenta la manovra mediatica per salvarlo. Propone di separare la questione morale dall’impegno sociale: “Una persona va giudicata per il lavoro che ha svolto. Lui è un presidente vero, che si è impegnato a fondo per la sicurezza. Il numero di vite salvate sotto la sua egida è fenomenale”.
Ma team e sponsor fanno coalizione al Gran Premio di Monte-Carlo. Ecclestone comincia a rivedere la sua teoria sugli “affari privati”, calcola il danno d’immagine per la Formula 1: Max è un vecchio amico, è scomodo, è imbarazzante, non dà fiducia, non ha più autorità.
Mosley è alle corde, prova l’ultimo assalto, scrive ai club una lettera che è minaccia e preghiera al tempo stesso, fa intendere che senza di lui la Federazione perde il controllo della Formula 1 nei negoziati dei diritti commerciali. Ecclestone stavolta si arrabbia sul serio: smentisce Mosley, rassicura i team, dice che il futuro commerciale della categoria è garantito. Da lui.
Il 3 giugno il Senato della FIA vota la fiducia al suo Presidente: scrutinio segreto, 103 sì contro 55 no, 7 astenuti e 4 schede nulle. Fanno la differenza le federazioni minori. Mosley resta e vuole anche il quinto mandato.