Monaco, il successo di Bruno Senna in GP2 apre il weekend dei motori
venerdì 23 maggio 2008 · Gran Premi
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Nel 1993 Ayrton Senna si congedava dalla McLaren, prendeva la strada della Williams e già raccomandava un nome: “Se pensate che io sia bravo, non avete ancora visto mio nipote”. Bruno non aveva neanche 10 anni, guidava i kart e già prometteva. Poi la curva del Tamburello si prese Ayrton e in famiglia l’argomento corse fu un tabù.
Fino al 2005, con l’arrivo di Bruno in Europa nella Formula BMW inglese, i primi successi e gli onori della cronaca. Tardi rispetto agli standard, ma ancora in tempo per costruirsi una carriera.
Con il cognome ha trovato gli sponsor, con la tecnica si è guadagnato il posto in GP2 e con l’impegno ha vinto. Proprio fra i guard-rail di Monaco, lì dove zio Ayrton si era imposto 6 volte fra il 1987 e il 1993.
Strani giochi fa il destino: era il 23 maggio anche quando Magic Senna centrò l’ultima affermazione monegasca. “È fantastico aver riportato il nostro nome in cima al podio di Monte-Carlo – dice Bruno all’arrivo – soprattutto per rispondere a chi aveva detto che le piste cittadine non fanno per me”.
Tiene a bada Maldonado, fa lo slalom fra i detriti e schiva l’ingorgo al Mirabeau. Poi fila spedito verso la bandiera a scacchi, verso la coppa, verso l’inno brasiliano e verso lo champagne, sulla moquette rossa delle grandi occasioni, sotto lo stemma dei Grimaldi e sotto gli occhi commossi di mamma Viviane.
È solo GP2, ma è una vittoria a effetto nostalgia: il casco di Bruno ha gli stessi colori e le stesse strisce di quello di Ayrton. Qualcosa che riavvolge il nastro del tempo, come se 15 anni non fossero mai passati.