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Capitali freschi da Magma Group: la Super Aguri si salva in extremis

martedì 11 marzo 2008 · Dal paddock
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Ci sono anche loro. Col fiatone, ma ci sono. In extremis Takuma Sato e Anthony Davidson si imbarcano per Melbourne a meno di quattro giorni dall’inizio delle prove libere d’Australia. L’accordo con Magma Group ossigena la Super Aguri: a lasciarla in cattive acque era stata SS United con il blocco delle quote di sponsorizzazione.

Rispetto al 2007, la novità è che la Honda non ha più intenzione di investire denaro e energia a fondo perduto in un team satellite. Ci metterà motore e scatola del cambio, ma per il resto a Leafield dovranno camminare sulle proprie gambe.

Come insiste Nick Fry: “Faremo sempre il possibile per garantire la permanenza in griglia della Super Aguri, purché non costituisca una fonte di distrazione per i nostri obiettivi”.

Aguri Suzuki ha capito che i fondi deve cercarseli da solo: “Siamo combattenti nati – dice Sato – nonostante tutte le difficoltà che abbiamo dovuto sostenere. Adesso si tratta di recuperare il tempo perduto”.

E di tempo da recuperare ce n’è parecchio, perché fra tutte le squadre, la Super Aguri è anche quella che in inverno ha percorso meno chilometri. Un po’ per mancanza di soldi, un po’ per sfortuna. Il volo che doveva consegnare a Gibilterra i pezzi di ricambio per i test di Jerez è stato dirottato a Malaga. E i meccanici che volevano recuperare in automobile il materiale hanno trovato la superstrada bloccata per lavori di manutenzione.

Davidson non ne fa un dramma: “Dobbiamo proseguire con il ritmo dell’anno scorso. Quei pochi test che abbiamo fatto sono andati bene e da questo punto di vista ho tutta la motivazione possibile”. Ma sono praticamente quattro mesi che la Super Aguri non gira in pista: Melbourne è un salto nel buio.

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